Il Tribunale rigetta il ricorso della madre di Paola Taverna: deve lasciare l’appartamento

10 Gen 2019 18:45 - di Redazione
Paola Taverna

Dovrà lasciare la casa popolare all’Alessandrino, in cui vive dal 1994, la madre di Paola Taverna: la Sesta sezione del Tribunale civile di Roma ha respinto il ricorso di Graziella Bartolucci, madre della senatrice del M5S, condannandola a pagare anche le spese legali ad Ater e Roma Capitale.

La reazione di Paola Taverna è immediata e gelida. Parla di «accanimento contro una donna di 82 anni». «Fa schifo…risponderò a tempo debito», avverte la senatrice Cinque Stelle.

Ad ottobre la senatrice grillina era intervenuta sulla vicenda prendendo le difese della madre: «Credo che mia madre stia agendo bene e credo che mia madre a 80 anni abbia tutto il diritto di desiderare di morire nella stessa casa nella quale è vissuta», aveva rivendicato la Taverna.

«Il Tribunale di Roma – VI Sezione civile, in composizione monocratica, in persona del giudice dottoressa Roberta Nardone – recita la sentenza che respinge il ricorso della madre di Paola Taverna – nell’udienza del 9.1.2019, esaurita la discussione orale e udite le conclusioni delle parti presenti, ha pronunciato, dandone lettura, il seguente dispositivo di sentenza nella causa iscritta al numero 24789 del Ruolo generale affari contenziosi dell’anno 2018 tra Graziella Bartolucci, elettivamente domiciliata in Roma, presso lo studio dell’avvocato Cancrini Vincenzo che la rappresenta e difende in virtù di mandato in atti (ricorrente) contro Ater Azienda territoriale edilizia residenziale pubblica del Comune di Roma, con sede in Roma, in persona del legale rappresentante pro tempore e, elettivamente domiciliata in Roma presso l’avvocato Carmine Russo che la rappresenta in virtù di procura generale alle liti (resistente), nonché Roma Capitale, in persona della sindaca avvocato Virginia Raggi, elettivamente domiciliata presso gli uffici dell’Avvocatura Capitolina in Roma, via del Tempio di Giove 21, presso l’avvocato Cristina Montanaro, che la rappresenta in virtù di procura generale alle liti (resistente)».

«Per questi motivi, il Tribunale di Roma, Sezione VI civile, in persona del giudice Roberta Nardone, definitivamente pronunciando sulla domanda proposta da Graziella Bartolucci nei confronti di Ater Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica e Roma capitale, così decide: rigetta la domanda» e «condanna Graziella Bartolucci alla refusione delle spese di lite in favore di Ater e Roma Capitale che liquida per ciascuna delle predette parti in euro 1.300 per compensi, oltre accessori di legge e rimborso forfettario».

«Chi la fa l’aspetti – dice ora Andrea De Priamo, capogruppo di Fdi in Campidoglio – Proprio i grillini sempre così solerti a sbandierare il vessillo della trasparenza stavolta pagano dazio e vengono beccati in castagna. Sulla vicenda della casa occupata dalla madre della senatrice grillina Taverna, che ci ha visto presentare in Campidoglio un’interrogazione in merito rimasta senza risposta dalla giunta 5 Stelle, si è espresso il Tar rigettando il ricorso della famiglia che si era rivolta al Tribunale civile capitolino per opporsi all’ordinanza di decadenza. Adesso che tutto è chiaro, ovvero che non ci sono i presupposti per abitare in quell’alloggio popolare attendiamo che la sindaca Raggi proceda allo sgombero della casa occupata abusivamente».

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