Gilet gialli atto IX, già iniziati gli scontri. Il leader: “E ora diventiamo un partito”

12 Gen 2019 15:35 - di Antonio Pannullo

Gilet gialli, atto IX, così chiamano tutti il nono sabato consecutivo in cui i gilet gialli scendono nelle strade di tutta la Francia contro il governo Macron, mai così in basso nella popolarità. Nimes, Bourges i centri più coinvolti, ma anche Parigi, dove i gilet gialli hanno appena spiegato uno striscione proprio sui Campi Elisi, già teatro nelle ultime settimane di scontri e proteste. A place de l’Etoile sparati lacrimogeni. A Bourges, nel centro del Paese, la polizia ha effettuato alcune cariche e lanciato gas lacrimogeni per disperdere la folla. A Nimes, in Provenza, la polizia ha respinto un assalto alla prefettura con cariche e gas lacrimogeni, mentre i manifestanti erigono barricate con blocchi di cemento e recinzioni metalliche. In azione anche gilet gialli a bordo di motociclette che rallentano il traffico. Una cinquantina gli arresti preventivi a Parigi, dove la polizia ha preventivamente fermato una serie di manifestanti trovati con armi atte ad offendere. Concentramenti dei gilet gialli anche a Tolosa, Lione, Saint-Etienne, Saint Brieuc, Rouen, Bordeaux e Marsiglia, presso il vecchio porto, spesso tra gli applausi della popolazione. Per l’atto IX dei gilet gialli, scesi in piazza per la nona volta dal 17 novembre scorso, il dispositivo di sicurezza è imponente.

I gilet gialli annunciano: ora ci strutturiamo

Le misure annunciate a dicembre dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, “vanno nella solita direzione, quella del governo, l’esecutivo non ha fatto nessuna concessione. Ci prende per dei coglioni. E’ un presidente che difende gli interessi degli ricchi, un ex banchiere di Rothschild. Non parliamo la stessa lingua”. Lo ha detto in un’intervista all’Adnkronos Paul Marra, uno degli esponenti di spicco dei gilet gialli e portavoce del movimento a Marsiglia che lo scorso 5 gennaio ha creato l’associazione politica Gilets Jaunes Le Mouvement. Per Marra, “c’è una distanza enorme tra il potere e il popolo” e il Grand Débat national, come risposta all’ondata di protesta in Francia dal 17 novembre scorso, “è stato annunciato solo per guadagnare tempo. Non c’è bisogno di un grande dibattito per ridare i soldi alle persone e per aumentare le pensioni”. “Il salario minimo non è stato rivalutato, è stato una finta averlo annunciato e 10 miliardi di euro di misure per 66 milioni di francesi non rappresentano nulla”, aggiunge il leader marsigliese del movimento. Da anni, spiega Marra, “le nostre teste pensanti non fanno nulla” per il popolo. “E’ da un anno e mezzo, da quando è stato eletto Macron presidente della Repubblica, che non sono arrivate delle risposte e non è successo nulla. Anzi c’è stato un calo del potere d’acquisto, hanno deciso di limitare la velocità a 80 chilometri orari” dai 90 previsti su alcune strade statali, “di aumentare il costo dei carburanti. L’aumento dei prezzi dei carburanti è stata la scintilla di un malessere: le persone non ce la fanno più”. Poi l’annuncio: i gilet gialli ora devono strutturarsi. I francesi non chiedono più al movimento di scendere in piazza, di manifestare o di occupare le piazze ogni settimana. Il popolo chiede al movimento di strutturarsi”, rivela Marra. “Noi abbiamo deciso di strutturarci. Ed è quello che abbiamo fatto – spiega il leader marsigliese con origini a Reggio Calabria, che il 5 gennaio scorso ha annunciato la creazione dell’associazione politica -. Ora siamo al lavoro per strutturare questo movimento, perciò non parteciperemo alla mobilitazione di oggi e dei prossimi giorni”, il cosiddetto atto IX della protesta dei Gilet gialli che è iniziata lo scorso 17 novembre. In ogni caso, rileva Marra, “se ci sono gilet gialli che vogliono scendere in piazza per noi va bene. E’ positivo che il movimento continui a presidiare anche le strade e per dire che ci siamo ancora. Noi abbiamo fatto una scelta diversa. Abbiamo deciso di strutturarci”.

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