Economia, Tria e Giorgetti contro il fiscal compact: «È sbagliato e va cambiato»

13 Gen 2019 19:42 - di Valerio Falerni

«Il fiscal compact è sbagliato». Sceglie l’insospettabile tribuna del Corriere della Sera il ministro Tria per puntare l’indice contro quello che ritiene il freno che blocca la crescita dell’eurozona e in particolare dell’Italia. «Sono regole rigide che non permettono di affrontare bene il ciclo economico», ha rincarato la dose il titolare del dicastero di via XX Settembre. Una posizione, la sua, che ha trovato l’aperta condivisione di Giancarlo Giorgetti, plenipotenziario di Salvini sulle questioni economiche, che ne ha parlato a Milano, alla scuola di formazione politica della Lega: «Per 20 anni, in Europa, ci siamo messi delle camicie di forza, che abbiamo superato con un’interpretazione elastica delle regole. Ora – è il suo auspicio – sarebbe il caso di sederci attorno a un tavolo e stabilire delle regole più attuali rispetto a quelle di 20 anni fa».

Il ministro: «È un freno alla crescita»

La totale identità di vedute e la coincidente tempistica dei rispettivi interventi rafforza il convincimento che tra Tria e Giorgetti sia da tempo attivo ed operante un asse che ha tentato di opporre un freno all’assalto politico dei conti pubblici. Più d’una volta, infatti, i due si sono trovati nella stessa trincea a difendere la manovra appena approvata dalle incursioni di Di Maio e di Salvini. Forse pensava proprio a questo Giorgetti quando ha rivendicato come «primo risultato molto significativo» del governo «il fatto che ne siamo usciti senza il disastro e senza spargimenti di sangue». Non era facile, ha ammesso il leghista, «con un governo così eterodosso, una squadra completamente nuova e un parlamento debuttante, in condizioni climatiche avverse».

Giorgetti avverte il M5S: «Salveremo altre banche»

Il clima all’interno della maggioranza giallo-verde resta tuttavia pesante. Non è un caso che Giorgetti abbia rivendicato al «grande realismo» del governo il sostegno alla Carige. «Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a problemi di credito – ha spiegato -. C’è il problema di Carige, nelle prossime settimane ci sarà forse un problema con Mps». Parole che somigliano ad un invito preventivo agli alleati Cinquestelle a non mettersi di traverso. E sì che ne avrebbero bisogno, visto che sul decreto che ha salvato la banca genovese hanno dovuto rimangiarsi anni di polemiche contro i governi precedenti. La realtà li ha smentiti.

 

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