Da uomo del Sud vi dico: i titoli a Feltri non li detta il razzismo, ma il “business”

11 Gen 2019 16:37 - di Mario Landolfi

E vabbene, uniamoci al coro: il titolo di Libero sui «terroni» che «comandano» fa un po’ schifo anche a noi che pure non siamo deboli di stomaco e di palato fino. Ma ci permettiamo di invocare a esimente della testata l’istinto volpino del suo fondatore e direttore, Vittorio Feltri, che quanto a furbizia e paraculaggine molto avrebbe da insegnare e poco da imparare dai trecartisti napoletani. Volete davvero che uno così non abbia calcolato fino alla più insignificante delle reazioni la valanga di incazzature che ne sarebbe seguita? Impossibile. E manco a dirlo, incastonato in bella mostra, la prima pagina “razzista” esibisce la squillante e partenopea firma di Paolo Isotta, il maggiore tra gli storici della musica. In realtà, Feltri ha solo realizzato una spregiudicata operazione commerciale strizzando l’occhietto orobico agli orfani di Bossi e ai tanti nostalgici del Grande Nord messi un po’ in naftalina da Salvini, ma pronti a riesplodere alla prima difficoltà del capo della “Lega nazionale“. Accadrà o meno, poco importa. Feltri intanto si fa sotto e para il cappello: qualcosa, in termini di “lettorato”, pioverà. Tanto più che degli antichi edicolanti berlusconiani è rimasto l’unico a presidiare uno spazio veteroleghista, che conterà pure meno di niente se diluito in tutto lo Stivale, ma che conserva un peso specifico di tutto rispetto nel profondo Nord.

I 5Stelle criticano Feltri, ma poi sostengono l’autonomia del Nord

Insomma, Feltri fa il suo gioco e lo fa bene. Quelli che invece vorrebbero fare il loro, ma senza riuscirvi, sono i Cinquestelle, insorti come un sol uomo a difesa del Sud vilipeso dal titolo di Libero. Sarebbero persino credibili – pensate un po’ – se non fossero gli stessi che si accingono a dare il via libero al progetto di autonomia rafforzata, sponsorizzato dai governatori leghisti di Lombardia e Veneto, che toglierà ulteriori risorse al Mezzogiorno. Se oltre ai titoli dei giornali costoro leggessero anche il contrato di governo da essi stessi sottoscritto, si accorgerebbero – forse – che a far davvero male al Sud, più che la paraculaggine di Feltri, è la loro ormai insostenibile leggerezza politica.

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