Brexit: dopo la disfatta, May alla prova del voto di fiducia. L’Ue: «Il tempo è quasi finito»

16 Gen 2019 10:10 - di Sara Gentile

Brexit, tutto da rifare. La bocciatura senza appello da parte della Camera dell’accordo raggiunto dalla premier Theresa May, “seppellito” da 432 voti contrari e sostenuto da appena 202 favorevoli, è un k.o. pesantissimo. Un terremoto che fa da prologo alla mozione di sfiducia, presentata dai laburisti, che sarà votata oggi in serata. «Spero che stasera la Camera bocci questo accordo e spero che si possa andare alle elezioni», aveva detto il leader laburista Jeremy Corbyn nel suo intervento alla Camera dei Comuni, poco prima del voto. Il punto è che sono ben 118 i deputati conservatori che hanno votato contro l’accordo con Bruxelles sulla Brexit, hanno fatto subito presente i media britannici parlando della maggior ribellione all’interno del partito in epoca moderna.

Brexit, l’appoggio del Dup

May potrebbe però superare lo scoglio, grazie anche al sostegno annunciato dagli unionisti nordirlandesi del Dup, che voteranno la fiducia alla premier. «La Camera ha parlato e il governo ascolterà. È chiaro che la Camera non sostiene questo accordo, ma il voto non ci dice cosa invece la Camera sostenga. Non ci dice come si intenda onorare la decisione presa dal popolo britannico in un referendum», ha detto la premier dopo il voto. «Per prima cosa, bisogna confermare se questo governo goda ancora della fiducia della Camera. Io credo di sì, ma è giusto che altri abbiano la possibilità di verificarlo, se vogliono. Se il governo otterrà la fiducia, terremo incontri in uno spirito costruttivo» per arrivare ad ottenere «un sostegno sufficiente in questa Camera». Verranno discusse eventualmente nuove idee e «il governo le esplorerà poi con l’Unione europea». L’obiettivo, quindi, è provare a riaprire il dialogo con Bruxelles.

La mozione di sfiducia

Nel primo pomeriggio inizierà il dibattito alla Camera dei Comuni per discutere la mozione di sfiducia nei confronti del governo, con il voto finale previsto intorno alle 19 (le 20 in Italia). La premier ci ha tenuto a dare “due rassicurazioni”. «La prima è per coloro che temono che la strategia del governo sia di tirarla per le lunghe fino al 29 marzo. Non è la nostra strategia, ho sempre ritenuto che la soluzione migliore sia uscire in modo ordinato e con un buon accordo. Ho dedicato gran parte degli ultimi due anni a negoziare una simile intesa», ha affermato. «La seconda rassicurazione è per il popolo britannico, che ha votato per lasciare l’Unione europea con il referendum di due anni e mezzo fa – ha ricordato – Sono diventata premier subito dopo quel referendum, ritengo sia mio dovere realizzare le indicazioni» dei votanti «e intendo farlo». «Ogni giorno che passa senza una soluzione a tale questione – ha affermato ancora – equivale ad ulteriore incertezza, ulteriore amarezza e ulteriore rancore. Il governo ha sentito quello che la Camera ha detto ma chiedo a tutti i membri, di ogni posizione, di ascoltare il popolo britannico, che vuole vedere risolta tale questione. E chiedo di collaborare col governo per riuscirci».

Brexit, la Commissione europea

Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha esortato «il Regno Unito a chiarire le sue intenzioni il prima possibile. Il tempo è quasi finito». «Il rischio di un ritiro disordinato del Regno Unito dall’Ue è aumentato con il voto – ha sottolineato – Anche se non vogliamo che succeda, la Commissione europea continuerà il lavoro di emergenza per aiutare a far sì che l’Ue sia pienamente preparata» ad ogni evenienza. Juncker, preso atto “con rammarico” del voto ai Comuni, ha aggiunto che «il processo di ratifica dell’accordo di ritiro continua, da parte dell’Ue». L’accordo «è un compromesso equo e il miglior accordo possibile» ed è «il solo modo di assicurare un ritiro ordinato del Regno dall’Unione». La Commissione, «in particolare il nostro negoziatore capo Michel Barnier, ha investito un’enorme quantità di tempo e di lavoro per negoziarlo. Siamo stati creativi e flessibili. Io, insieme al presidente Donald Tusk, ho dimostrato buona volontà ancora una volta, offrendo chiarimenti aggiuntivi e rassicurazioni, in uno scambio di lettere con il primo ministro Theresa May questa settimana». Tusk che, retoricamente, in un tweet, chiede: «Se un accordo» sulla Brexit «è impossibile e nessuno vuole un’uscita senza accordo, chi avrà alla fine il coraggio di dire qual è l’unica soluzione positiva?». Su Twitter il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha scritto: «Il voto di Londra sulla Brexit è una brutta notizia. Il nostro primo pensiero sono i tre milioni e 600mila cittadini europei nel Regno Unito e i britannici che vivono nella Ue. Hanno bisogno di certezze sul loro futuro. Noi ci batteremo sempre per loro».

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *