Congresso Pd, alla fine rispunta lei: Maria Elena Boschi. Ipotesi ticket con Martina

11 Dic 2018 12:36 - di Viola Longo

La scadenza è domani alle 18. E, allo stato attuale, ancora non si sa chi sarà il candidato renziano al congresso del Pd, né se sia del tutto escluso lo scenario della scissione. La corrente dell’ex segretario, il quale da canto suo ha bollato le correnti come «il male del partito», è convocata per oggi alle 13 a Montecitorio. A poche ore da un appuntamento considerato cruciale, però, tutto quello che si sa con certezza è che Matteo Renzi non si candiderà. Almeno, quello che si sa è che lui ha scritto sulla sua pagina Facebook che non si candiderà: «Candidati al congresso, mi hanno scritto in tanti. Grazie del pensiero, ma non lo farò», si legge nel suo post, in cui però assicura anche che «non vado in pensione, resto in campo, sorridente e tenace».

Spazio, dunque, al toto nomi, basato su segnali, indiscrezioni, paroline dette o non dette. L’ipotesi data finora come più accreditata è che i renziani possano confluire su Maurizio Martina, principale antagonista di Nicola Zingaretti. Ma stamattina Martina ha pronunciato una frase che appare come una presa di distanza dal suo predecessore. «Dobbiamo cambiare il Pd, più che il lanciafiamme serve ricostruire con ago e filo. Questo è il tema del congresso che deve essere legato sempre di più al Paese», ha detto Martina ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital. Con un riferimento diretto alle parole di Renzi, che nella sua E-news ha scritto che «il mio errore più grande è stato non ribaltare il partito. Non entrarci con il lanciafiamme come ci eravamo detti».

Su una cosa, però, Martina e Renzi sono perfettamente allineati, e non si tratta di un argomento di poco conto: quale rapporto instaurare con il M5S. Zingaretti negli ultimi tempi è apparso possibilista, Martina e i renziani sono allineati e coperti nel dire – il primo – che un dialogo con i grillini è «impossibile» e nel ribadire – il secondo – che nessun accordo è possbile. «Fatelo #senzadime», sono state le parole di Renzi. Dunque, nello spazio tra ciò che divide e ciò che unisce per i renziani si fanno largo anche altre ipotesi. Da giorni, come candidati dell’area, circolano i nomi di Ettore Rosato e Lorenzo Guarini, che però vengono dati come più che titubanti. Ed è così che torna in auge il nome di Teresa Bellanova, senatrice, parlamentare di lungo corso, sottosegretario e poi viceministro nei governi Renzi e Gentiloni, ex sindacalista. C’è però anche un altro scenario possibile: sostenere, sì, Martina, ma affiancargli l’immarcescibile Maria Elena Boschi, nella veste di presidente del partito. «Leggo di ipotesi strampalate e assurde che mi riguardano. Non sono minimamente interessata a svolgere il ruolo di Presidente del Pd», ha però scritto la Boschi sulla sua pagina Facebook, mentre Martina si è rifiutato di commentare: «Basta parlare di nomi. È la solita tattica di qualcuno che vuole solo polemiche. Non discuto di organigrammi e di congressi a tavolino. A me interessa mettere in campo un percorso di cambiamento nell’unità del partito», ha detto a Radio Capital, evocando di fatto lo spettro della scissione.

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