Caro Andrea, fai bene a combattere i “matusa” bacchettoni. Ma quella di Sfera non è musica

13 Dic 2018 13:44 - di Gloria Sabatini

Sociologi, intellettuali a cachet nei salotti televisivi, moralisti della prima ora, musicologi improvvisati, opinionisti “obbligati” a commentare l’ultima notizia di giornata con il metodo del copia e incolla. In troppi si accapigliano per distillare perle di saggezza sul tasso artistico di Sfera Ebbasta e sul dramma della discoteca Lanterna Azzura ad Ancona finita con il bilancio tragico che tutti conosciamo: cinque ragazzini e una mamma “coraggio” morti nel tentativo di fuggire alla nube tossica scatenata da un demente-criminale armato di spray al peperoncino.

Tra le interpretazioni blasonate spicca la riflessione semplice ma efficace di Andrea, giovane intelligente e provocatorio, che dal suo profilo Facebook, in un italiano perfetto, si scaglia contro i “matusa” che non comprendono, che demonizzano il concerto di Sfera, quel concerto che ad Ancona si è trasformata in un incubo. Andrea accusa noi, ultracinquantenni, di aver invaso il loro mondo, di averlo riempito di “buongiornissimo” e di fake news. Come dargli torto? E di aver dato una lettura unilaterale delle giovani generazioni, popolate di smidollati e bamboccioni. Non è così, scrive. E ha ragione. Aggiungo: ce ne sono di gagliardi, come “ai nostri tempi”, oggi costretti a fuggire all’estero, e ce ne sono di mediocri senza attributi, esattamente come ai “nostri tempi”. Andrea ci accusa di aver distrutto il pianeta, di avergli consegnato un paese che sta morendo, di essere quelli che evadono, corrompono, rubano… E giù invettive frutto della rabbia ma anche del buonsenso. Anche qui c’è del vero, perché il luogo comune torcicollista per il quale  indietro è tutto un luccichìo, il presente fa schifo e il futuro è già scritto è insopportabile.

Poi accusa i grandi di non capire i loro problemi e le loro insicurezze, di ignorare le loro aspettative e le loro speranze. E qui Andrea cade nell’errore di noi adulti e bacchettoni: generalizzare e ideologizzare. A questo ragazzo, che affida ai social le sue riflessioni mescolate a esperienze di vita vissuta, vorrei dire che, invece molti adulti ci provano a capire. Ce la mettiamo tutta, e lo dico da genitore che pedala, esagera, dà pagelle e non dovrebbe, si sveglia nel mezzo della notte, tarpa le ali, forse, e non vorrebbe. Ma ama, si dona e non si risparmia mai. Così come hanno fatto i nostri genitori con noi che li accusavamo di prendere lucciole per lanterne. E come, sono sicura, farà anche Andrea con i suoi futuri pargoli. 

E veniamo ad Ancona. Ha ragione a prendersela con quei “matusa” idioti che, in un crescendo di commenti insensati, bacchettano la performance diabolica di Sfera Ebbasta lasciando intendere che quei cinque ragazzi morti in discoteca in fondo se la siano meritata. Pessimi esempi questi censori, almeno quanto l’idolo della Lanterna Azzurra, il “re della Trap” che si sarebbe tatuato sulla tempia cinque stelline, come un trofeo. Però, vogliamo dirlo, a costo di apparire retrogradi e antiquati: quelle parole, quei testi fanno male al cuore, insozzano l’anima. E non fanno un buon servizio al rap, che vanta artisti di talento e autori non convenzionali, con buona pace delle vendite record della rockstar del momento. Non aiutano a spiccare il volo e rischiano di trasformare le giovani generazioni in in un esercito di smidollati, che non sono e non vogliono essere. Quella roba non è musica. Ma quei ragazzi che hanno perso la vita, che Dio li benedica, non hanno colpe: cercavano emozioni, amicizia, evasione. Cercavano amore, eros, piacere e invece hanno trovato la più idiota delle morti. Mi auguro che quando noi saremo cenere, come natura vuole, Andrea e i suoi coetanei saranno fiori e querce per i loro figli. 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *