A Mantova come a Mumbai, 20enne segregata dai genitori: il fidanzato è di un’altra «casta»

1 Dic 2018 15:07 - di Chiara Volpi

Qeulla che la cronaca ha appena registrato è un caso alla “Giulietta e Romeo” dei tempi moderni aggiornato alle città multietniche che, invece di integrare usanze e tradizioni differenti ai costumi della realtà ospitante, finisce per imporre una realtà domestica che nulla ha a che fare con il tessuto sociale circostante. E allora può succedere che, nella tranquilla ed elegante Mantova, una ragazza s’innamora di un coetaneo: peccato che a fare – e pesantemente – la differenza, sia la diversità della «casta» d’appartenenza.

Mantova, 20enne segregata dai genitori in casa di parenti

Come anticipato, però, non a siamo a Nuova Delhi, ma a Mantova, la città dello splendore rinascimentale degli edifici eretti dai Gonzaga, dove evidentemente, all’ombra del Palazzo Ducale e a pochi passi dalla Camera degli Sposi, decorata dai meravigliosi affreschi di Andrea Mantegna, una famiglia di origini indiane si è trasferita ma non trapiantata e integrata, tanto da arrivare a segregare una figlia, di 20 anni, pur di tenerla lontana dal fidanzato. Il motivo? Come riporta il Giorno nel suo sito in queste ore, la differenza di «casta» che avrebbe spinto i genitori della giovane innamorata a sequestrarla e farla vivere come una reclusa in casa di alcuni parenti residenti nell’Alto Mantovano, e da scoraggiare il di lei findazato negando una volta per tutte il consenso alle nozze.

Vogliono impedirle di vedere il fidanzato che è di un’altra «casta»

Non solo: dalle indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Mantova, che hanno liberato la ragazza indiana da quella assurda prigionia familiare, è emerso anche che i genitori della giovane sarebbero arrivati addirittura a minacciare di morte sia lei che il fidanzato se non avessere smesso di vedersi. Per questo, una volta liberata la ragazza dai suoi aguzzini con un’irruzione nella casa dove era stata nascosta e segregata – e sollevata dal peso di una cultura molto, molto, molto lontana da quella in cui la 20enne è cresciuta ed è stata abituata a vivere – gli agenti della Squadra mobile hanno denunciato genitori e familiari che hanno recluso la figlia per sequestro di persona, minaccia e maltrattamenti in famiglia.

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