Nov 20 2018

Redazione @ 14:20

Tbc, Hiv, meningite e sifilide: ecco virus e infezioni nei rifiuti di Aquarius

Sapevano tutto gli indagati e a bordo delle imbarcazioni Aquarius e Vos Prudence l’allerta era massima. Sapevano tutto sulle preoccupanti situazione sanitarie e di salute dei migranti che le navi della Ong stavano trasportando, rischi che, recitano i Report Rescues menzionati in un servizio de il giornale, tra gli altri, erano stati messi nero su bianco di «trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio». Pericoli che, recuperando i clandestini davanti alle coste libiche, e portandoli fin sulle coste italiane, una volta sbarcati nei nostri porti si sarebbero tradotti in contagi altamente probabili, se non certi. Per questo, si apprende oggi tra sgomento e indignazione, se nella tormentata estate appena trascorsa, i cori della sinistra buonista avessero avuto la meglio e avessero ottenuto l’accoglienza coatta indiscriminata di tutti gli immigrati e i volontari sbarcati da quelle navi infette di ogni genere di virus, infezione e batterio, scabbia, Hiv, meningite, sifilide e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi sarebbero più che un’allerta da cui difendersi e guardarsi… Non per niente, il primo commento del ministro Salvini – che sullo stop agli arrivi e all’ospitalità coatta proprio quest’estate ha ingaggiato un vero e proprio corpo a corpo con istituzioni e magistratura, governi maltesi e polemisti di Bruxelles – a caldo sulla notizia bomba dei rifiuti tossici della Ong ha dichiarato: «Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati, ma da quanto emerge, anche quello di rifiuti».

Tbc, Hiv, meningite e sifilide; l’allarme già a bordo delle navi Aquarius e Vos Prudence

Eppure, come registra il quotidiano diretto da Sallusti riguardo lo scottante argomento, «ben sapendo della pericolosità degli indumenti indossati dagli stranieri e dei rifiuti sanitari, gli indagati (ben ventiquattro) se ne infischiavano e li riversavano in Italia, buttandoli dove capitava nei porti di primo approdo». Dunque, non solo l’evidenza politica, ma a questo punto anche quella giuridica, confermano l’opportunità delle scelte operate a dispetto di detrattori e inchieste della magistratura dal titolare del Viminale, tanto che oggi, come riporta sempre il Giornale, «dalle indagini della procura di Catania sui rifiuti pericolosi scaricati nei porti italiani dalle navi di Medici senza frontiere, sono infatti emersi particolari a dir poco inquietanti. E allora, per esempio emerge che, «pur essendo a conoscenza della pericolosità dei vestiti indossati dagli immigrati durante la traversata del Mediterraneo per arrivare nel Vecchio Continente, i volontari della Ong li scaricavano in Italia senza curarsi delle benché minime misure igieniche di sicurezza per evitare il contagio», tanto che, prosegue il quotidiano, «secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati smaltivano, “in modo indifferenziato, gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati” a bordo e “i rifiuti sanitari infettivi utilizzati per l’assistenza medica”, eludendo le rigide regole che imponeva loro di classificarli come pericolosi “ad alto rischio infettivo”».

Drammatiche condizioni igienico-sanitarie e rifiuti pericolosi: ecco a cosa ci avrebbero esposto

Tanto che, è ormai un dato acquisito, la pericolosità dei vestiti indossati dai clandestini veniva addirittura segnalata anche nei rapporti sui salvataggi, nei quali si fa riferimento alle pesanti condizioni sanitarie delle persone assistite in mare della nave Aquarius. Cioè a dire, durante i  salvataggi gli stessi volontari della Ong hanno segnalato frequenti casi di scabbia, Hiv, tubercolosi e meningite: e ora, come riporta il Giornale tra gli altri, e come riferito nei nostri servizi sull’argomento, «nel mirino dell’inchiesta per l’illecita attività di smaltimento dei rifiuti pericolosi sono finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ben trentasette sbarchi operati dall’Aquarius, nave gestita dal Medici senza frontiere e da Sos Méditerranée, e altre sette effettuati dell’altra imbarcazione di Msf, la Vos Prudence. In totale, secondo la procura di Catania, ci avrebbero esposti a circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi»…