Ricevevano assegni familiari in Italia, erano milionari in Croazia: presi 3 nomadi

7 Nov 2018 16:06 - di Prisca Righetti

Il danno e la beffa: per il Comune di Torino, che elargiva ai tre nomadi pluripregiudicati gli assegni familiari mentre loro, residenti in diversi campi rom del capoluogo piemontese, avevano affidato i loro sontuosi “risparmi” ( che pare ammontino a circa 420.000 euro) a banche croate in cui avevano aperto – e rimpinguato – i vari conti. Per il fisco italiano e per i contribuenti del Belpaese, raggirati e aggravati dal sostentamento di chi era ritenuto indigente e che invece, non solo si è rivelato più che abbiente , ma anche colpevole di evasione.

Smascherati 3 nomadi, indigenti per il Comune di Torino, possidenti a Zagabria

Non solo: dopo due anni di indagini accurate che hanno intrecciato diversi percorsi penali, e un provvediemnto di confisca dei beni emesso dalla magistratura, una volta smascherati i tre nomadi – indigenti per il fisco di casa nostra e più che abbienti oltrepassati i confini del Belpaese – è anche emerso che, come riporta tra gli altri in queste ore il sito de il Giornale, il “tesoretto” di 420mila euro, riconducibile ai loro conti a Zagabria, sarebbe stato accumulato e alimentato dai 3 pregiudicati rom grazie allo smaltimento illecito di tonnellate e tonnellate di rifiuti metallici. Per questo, come riporta il quotidiano diretto da Sallusti, «erano state proprio le autorità croate, nel 2014, a notare quei conti sospetti, mettendo la Guardia di Finanza sulla pista giusta». E così, mentre incassavano i proventi della raccolta e dello smaltimento illegale dei rottami, la banda poteva contare anche sull’elargizione dei bonus familiari emessi dal comune fino a 70mila euro. Come riporta il Giornale, infatti, «per anni i nomadi hanno falsificato le attestazioni Isee in combutta con una trentina di connazionali che risultavano a carico degli indagati».

Maurizio Marrone (FdI): e serviva la segnalazione delle autorità croate per scoprirlo?

Eppure, come rilevato in queste ore dal dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone, magari «non serviva non serviva la segnalazione delle autorità croate per accorgersi del benessere dei nomadi residenti nei campi torinesi», anche perché del resto – ha anche aggiunto l’esponente FdI – non è neppure la prima volta che «che si scoprono all’estero tesori milionari dei clan di rom assistiti in tutto e per tutto dal Comune di Torino», solo che «il sindaco Appendino non si è mai sporcata le scarpe con il fango dei campi rom»: infatti, sarebbe bastato farsi un giro fuori da uno qualunque degli insediamenti di nomadi per rendersi conto che, oltre le lamiere e i relitti di vecchie auto, si celano maxi schermi, fuoriserie, bauli di preziosi e oggetti in oro zecchino…

 

Commenti

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  • Claudia 7 Novembre 2018

    Egregio prefetto che ne dice di questa situazione? Immagino che saranno liberi subito, con le sentite scuse dei giudici, vanificando il lavoro delle forze dell’ordine che mai come in questi tempi sono presi in giro, lasciati soli a prendere insulti e notte. Vorrei veramente che mi rispondesse.

  • Angela 7 Novembre 2018

    E cosa devo commentare?lo schifo per questa gente è davvero troppo…ma invece di pensare a rom e a immigrati,perché non si pensa a tutti quei poveri Italiani che davvero non hanno un euro e vivono per strada?