Reddito di cittadinanza da barzelletta. E Di Maio stampa milioni di tessere

24 Nov 2018 10:44 - di Guglielmo Federici

Paradossi, coas, come definire le piroette sul reddito di cittadinanza? Mentre il vicepremier Luigi Di Maio assicura che 6 milioni di tessere per il sussidio sono già stampate, la misura chiave del Movimento Cinque Stelle perde pezzi e credibilità. La legge ancora non c’è. Il caos regna sovrano. Ad esprimere seri dubbi sulla praticabilità del reddito di cittadinanza  voluta dal M5s non sono solo le opposizioni. Il magistrato più ascoltato dai grillini, Piercamillo Davigo, ha subito chiarito un dato: «In un Paese con 12 milioni di evasori fiscali mi sembra difficile poter fare controlli adeguati sul reddito di cittadinanza». Insomma, il rischio truffe sè in agguato.

Non solo, ma anche all’interno della Lega c’è molta perplessità. E per evitare che il sussidio si trasformi in assistenzialismo, secondo il sottosegretario alle Infrastrutture e consigliere economico di Salvini, Armando Siri, bisognerebbe  spostare il baricentro del reddito di cittadinanza dai centri per l’impiego alle imprese. E soprattutto, proprio i centri per l’impiego – il motore dell’erogazione del sussidio – andrebbero in pratica smontati. Ma i tempi sono stretti per potenziarli. Ecco dunque arrivare, come scrive Il Sole24ore, la proposta leghista  togliere le castagne dal fuoco al M5S: «Erogare il reddito di cittadinanza direttamente all’azienda che si occuperà di formare e riqualificare il disoccupato. Sostanzialmente, l’impresa agirà da “sostituto d’imposta”, versando l’equivalente all’interessato. Che, al termine del periodo di formazione-lavoro, potrà essere assunto dalla stessa impresa, oppure mettersi sul mercato con un bagaglio di competenze aggiornato». Infatti  in una nota il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, si è precipitato ad avallare la svolta, l’ennesima svolta che sul reddito di cittadinanza si sta verificando. «Trasferire il reddito di cittadinanza all’impresa che assume chi lo percepisce è una proposta intelligente. È un’ipotesi su cui stiamo lavorando», scrive a proposito, in contraso con quanto proposto dalla Lega. Diventa quind questa l’ipotesi di lavoro: reddito direttamente alle imprese che assumono.

E sull’ipotesi di aprire alle imprese in un’intervista al Sole24ore è tornato anche il consigliere economico di Luigi Di Maio, Pasquale Tridico che ha specificato come il reddito di cittadinanza «non possa essere considerato come una dote per le aziende»perché «non è questa la sua filosofia. Certo – ha precisato Tridico – c’è bisogno di un meccanismo di incentivo per le imprese che assumono i beneficiari dello strumento. Stiamo ragionando su uno sgravio contributivo intorno alle tre mensilità di reddito che, con l’assunzione di chi ne beneficia, si potrà trasferire all’azienda. E in caso di contrattualizzazione per soggetti più vulnerabili, ad esempio le donne – ha spiegato ancora Tridico – il bonus al datore si potrebbe raddoppiare, fino a 6 mensilità». Insomma, siamo in alto mare.

Tridico ha confermato poi l’importo del reddito, fino a 780 al mese per un single e la soglia Isee a 9.360 euro che terrà conto sia del capitale immobiliare, oltre la prima casa, fino a un massimo di 30mila euro, sia del capitale mobiliare entro i 10mila euro per famiglie con più figli. Confermata anche la «quota affitto» intorno a 300 euro da aggiungere o da togliere nel caso in cui il beneficiario sia proprietario di casa.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Mauro 26 Novembre 2018

    Mi sembra una s******* di qualche leghista che vuole far comperare la nuova ferrari ad alcuni imprenditori furbi. Le imprese devono pagare gli assunti ed avere qualche aiutino di certo non lo stipendio da erogare ai neo assunti. Lasciamo le cose come stanno e facciamo funzionare veramente i centri per l’impiego che se fossero stati fatti funzionare come si deve adesso non ci sarebbero disoccupati. E’ la stessa costituzione che praticamente obbliga lo stato ad impiegare, dare un lavoro a tutti i cittadini residenti e di nazionalità italiana. Purtroppo i ladri che ci hanno sempre governato non l’hanno mai messo in pratica perchè troppo attenti ai propri interessi anzichè quelli del paese e popolo italiano.-

  • Giacomo Puliatti 25 Novembre 2018

    Ma perchè non si mette a stampare soldi per questo maledetto reddito di cittadinanza visto che ci tiene tanto ? Mi sembra di avere a che fare con dei bambini capriccosi ” O SI FA QUELLO CHE DICO IO O NON MANGIO!!”. Non capiscono che ci costera moltissimo ? L’UE tutta, ci tiene nel mirino e se Salvini si gira a guardare i migranti che arrivano qua, perchè Malta li caccia via, non distoglie il loro sguardo cattivo nei nostri confronti, quelli non si confondono perchè aspettano le nostre mosse sbagliate (!) per colpirci.E non dico altro!!

  • Gabriele Pellegrini 25 Novembre 2018

    Premesso che i centri per l’impiego così come sono concepiti sono una barzelletta, l’ennesimo carrozzone inutile, smontarli significherebbe ricostruirli da zero con altri compiti ed obiettivi, incentivare le aziende ad assumere può essere la strada giusta, ma occorre più chiarezza e lungimiranza. Perché, con molta umiltà, non guardate a quello che già fanno gli altri paesi Europei?

  • Giuseppe Tolu 24 Novembre 2018

    Un per una se le attaccherà nel di dietro, vedrete.