Putin accusa: provocazione del governo ucraino in vista delle elezioni

28 Nov 2018 17:56 - di Giovanni Trotta

“Per quanto riguarda ciò che è successo nel Mar Nero, è sicuramente una provocazione del governo ucraino  attuale, compreso il presidente, in vista delle elezioni presidenziali in programma a marzo in Ucraina”. Il presidente russo Vladimir Putin si è esprime così in relazione all’incidente avvenuto domenica nello Stretto di Kerch. Secondo Putin, il presidente ucraino Petro Poroshenko “ha bisogno di esasperare la situazione per creare ostacoli insormontabili per i rivali e soprattutto per l’opposizione politica”. Il presidente russo guarda alle prossime elezioni presidenziali in Ucraina nel giorno in cui il presidente della Verkhovna Rada, Andriy Parubiy, ha firmato il decreto per la convocazione delle presidenziali per il 31 marzo 2019, cancellando l’ipotesi di uno eventuale spostamento in seguito all’introduzione della legge marziale. Per Putin “la sbavatura politica” in corso a Kiev “si attenuerà fino ad estinguersi e un giorno gli ucraini valuteranno la leadership del Paese nello stesso modo in cui i georgiani hanno fatto con Saakashvili” (costretto a farsi da parte dopo la sconfitta del suo partito alle elezioni del 2012 e quindi la fine del suo mandato da presidente l’anno successivo, contro cui è stato spiccato un mandato d’arresto e condannato in contumacia a tre anni di carcere, ndr). In un intervento a un Forum finanziario organizzato dalla Vtb Capital, Putin ha quindi puntato sulla prossima normalizzazione delle relazioni fra Russia e Ucraina. “Con una prospettiva di lungo periodo, guardando oltre ciò che accade e da chi è al potere oggi a Kiev, i russi e gli ucraini sono e rimarranno nazioni sorelle molto vicine”, ha aggiunto Putin, confermando il nuovo messaggio del Cremlino sull’Ucraina, che è quello di accentuare la responsabilità della spaccatura e degli eventi del 2014 alla nuova leadership e quindi indebolirla in vista delle presidenziali e anche delle legislative dell’autunno e possibilmente in seguito favorire negoziati in grado di sbloccare lo stallo della guerra nel Donbass.

Oggi è entrata in vigore in 10 delle 27 regioni dell’Ucraina (tutte quelle al confine con la Russia, la Transnistria, o con sbocco sul mare) la legge marziale approvata dal Parlamento per un mese lunedì, dopo l'”atto di aggressione” delle forze di Mosca di domenica nel Mare di Azov, un incidente che Putin considera invece come “una provocazione” di Kiev per rafforzare lo spirito patriottico in tempo per le elezioni a cui Poroshenko si presenta, in posizione di debolezza, per un secondo mandato. Una provocazione quindi, secondo il leader russo, “organizzata da Poroshenko in vista delle elezioni, come pretesto per introdurre la legge marziale”. “Le navi militari ucraine hanno fatto intrusione in acque territoriali russe e non hanno risposto ai richiami della Guardia costiera russa. Cosa altro avrebbe potuto fare? Avrebbero fatto lo stesso ovunque”, ha affermato Putin che, contrariamente alla sua controparte ucraina, che oggi si è recato insieme al suo ministro della difesa Stepan Poltorak in visita a una base per l’addestramento dell’esercito nella regione di Chernihiv in cui è entrata in vigore la legge marziale, non ha voluto dare grande peso all’episodio di domenica. Intanto Mosca rafforza la propria difesa aerea nella regione della Crimea, mentre rimane alta la tensione con Kiev, dopo il sequestro russo di navi ucraine nello stretto di Kerch. A quanto riferiscono i media russi, in Crimea verrà dispiegata una unità del sistema di difesa missilistico S-400. Intanto l’agenzia stampa Interfax cita un ammiraglio russo a riposo, Vladimir Komoyedov, secondo il quale i missili in Crimea possono raggiungere tutto il Mar Nero e parte dell’Ucraina.


 

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