Pugni letali: pugile italiano muore sul ring a Bangkok (video)

3 Nov 2018 17:24 - di Laura Ferrari

«È morto come voleva morire. Non ho rimpianti perché lui era fatto così, diceva di voler combattere fino a ottant’anni. Il ring era la sua vita ed è morto da campione». Sono le parole di Fabrizio, fratello di Christian Daghio, il pugile originario di Modena morto venerdì all’ospedale di Bangkok, dopo sei giorni di coma per i pugni ricevuti sul ring durante un incontro. «Puntava al terzo titolo di campione d’Asia di boxe ed stato anche campione intercontinentale di questa disciplina», ha detto al Resto del Carlino. Christian Daghio, che aveva 49 anni e che in Italia (considerata l’età) non sarebbe mai stato autorizzato a gareggiare, aveva scelto la boxe da pochi anni.

Uno dei momenti drammatici del match

Uno dei momenti drammatici del match

La carriera di Christian Daghio nella Thai-boxe

La sua carriera sportiva era stata consumata quasi interemante nella Thai-boxe (Muay Thai) dove aveva conquistato ben sette titoli, l’ultimo nel 2017. «Mio fratello aveva una compagna in Thailandia e una bambina di 5 anni che ancora non sa che il papà è morto – aggiunge Fabrizio – Voglio che si sappia che il suo Kombat Group resterà aperto, faremo di tutto per mantenere il resort in Thailandia perché era il suo sogno realizzato. Lo facciamo per la sua memoria, per la bambina e per i 40 lavoratori». Il funerale si terrà lunedì in Thailandia.

Il pugile italiano al tappeto prima del kappaò finale

Il pugile italiano al tappeto prima del kappaò finale

 

Il pugile 49enne in Italia non avrebbe potuto combattere

Originario di Carpi (Modena), classe ’69, era stato vincitore di sette titoli mondiali di thaiboxe. Gli sono stati fatali i traumi riportati nell’incontro del 26 ottobre a Bangkok per la sigla mondiale di boxe Wbf, non riconosciuta in Italia (categoria supermedi) contro il thailandese Don Parueang. Proprio per la sua passione per la thaiboxe, Daghio aveva deciso di vivere a Pattaya, dove risiedeva da trent’anni gestendo un resort, in cui insegnava sport da combattimento ad allievi di tutto il mondo. Da alcuni anni era passato al pugilato ed era diventato campione d’Asia. Dopo un combattimento per la riconferma del titolo, durato 12 riprese, è finito in coma sul ring. Poi il decesso all’ospedale della capitale.

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