Nov 15 2018

Domenico Bruni @ 15:25

Pernigotti “made in Turkey”? Il governo non ci sta: li convocheremo

“Il tavolo va avanti ma solo se viene la proprietà turca ed è per questo che è il presidente del consiglio, Giuseppe Conte convocherà la Pernigotti e la proprietà turca, la Toksoz”. Così il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio al termine del tavolo Pernigotti al Mise. Alla proprietà turca, rileva, “spiegheremo che il marchio Pernigotti e il sito sono uniti. Se la proprietà turca non vuole investire nello stabilimento di Novi Ligure allora deve dare totale disponibilità all’utilizzo del marchio e noi ci impegneremo a trovare nuovi soggetti interessati”, sottolinea Di Maio. “Non è accettabile che si prenda il marchio e si lasciano i lavoratori a casa: questa gente ha creato la Pernigotti”, rileva. Il marchio Pernigotti, sottolinea ancora Di Maio, “è un marchio del made in Italy. Se esiste lo dobbiamo alla tradizione del territorio e ai suoi lavoratori. Che sono i lavoratori che hanno creato questo marchio e lo hanno fatto diventare grande”. Qualsiasi tipo di disponibilità sulla cassa integrazione o sugli incentivi per le nuove tecnologie, aggiunge, “la daremo ma deve essere chiaro che sarà legata al destino dei lavoratori e del marchio”. Di Maio, nell’annunciare entro fine anno una proposta di legge per legare marchi ai territori, sottolinea che “non è più accettabile che si venga in Italia e si prenda un’azienda come la Pernigotti, si acquisisca il marchio e si cambino cinque manager in cinque anni, che non si produca un effetto positivo per la gente e poi si annunci che si tengono il marchio e si abbandonino i lavoratori. Non è quello che abbiamo in mente come idea di paese: faremo di tutto per proteggere i lavoratori”. “Deve essere chiaro un principio: la cassa integrazione per cessazione deve essere legata alla reindustrializzazione” conclude il vicepremier. E il governo parla a una voce: ”La produzione di Pernigotti deve rimanere a Novi. Ribadiamo quello che il governo ha dichiarato fin da subito: lo stabilimento di Novi non si tocca così come non si toccano tutti i lavoratori. Vogliamo vederci chiaro e capire anche la gestione economica e i bilanci della proprietà turca da quando è arrivata nel 2013″. Così al termine del tavolo di crisi sulla situazione della Pernigotti, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon e il capogruppo alla camera della Lega Riccardo Molinari. “Non possiamo accettare, ad esempio, che oggi al tavolo del Mise si siano presentati consulenti che ignoravano persino quanta gente lavori nello stabilimento di Novi”, aggiungono auspicando “che cambi l’atteggiamento della famiglia Toksoz e che l’incontro tra il premier Conte e la proprietà turca porti ad un punto di incontro che salvi uno stabilimento storico e dall’alto valore economico e sociale”. Per poter gestire al meglio un’azienda, infatti, concludono “non basta acquistarla e sfruttarne il marchio”.