Lo dice persino Confindustria: “danni permanenti” dalle sanzioni a Mosca

6 Nov 2018 15:14 - di Giovanni Trotta

“Il principale rischio del prolungarsi delle sanzioni (alla Russia), tanto quelle dell’Unione europea, quanto le contromisure russe, non è soltanto quello misurabile con la riduzione del nostro export, per quanto già grave, ma che la perdita di quote di mercato spiazzi le nostre imprese in maniera permanente. In questo caso i danni sarebbero strutturali”. Così il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci, ascoltata dalla commissione Affari esteri del Senato sul “futuro delle relazioni tra Italia e Federazione Russa”. E a essere particolarmente esposte sopratutto le piccole e medie imprese “che hanno quote rilevanti di fatturato estero nel Paese e, una volta escluse, sarà molto difficile che vengano riammesse in quel mercato”, spiega sollecitando per questo un’azione diplomatica “più incisiva che porti a una inversione dell’escalation degli ultimi anni”. Entro dicembre, infatti, ricorda ancora Panucci, “la Ue dovrà ridiscutere il rinnovo delle sanzioni contro la Russia per l’11° volta. Il dato più preoccupante è che non si intravede una via realmente percorribile per giungere a una soluzione per la normalizzazione delle relazioni commerciali”. “Per quanto questa strategia possa risultare controproducente in primis per la Russia, il cambio di rotta nelle linee-guida di politica economica è evidente: l’isolamento diplomatico ed economico durato quasi 5 anni ha causato una chiusura da parte delle autorità russe con passi indietro significativi sul piano del commercio internazionale che stanno vanificando l’adesione della Russia al Wto avvenuta a fine 2011, dopo 18 anni di negoziato”, spiega ancora Panucci. Ad essere “particolarmente insidiosa”, aggiunge Panucci, sopratutto la combinazione di protezionismo e sostituzione dell’export. “L’effetto sostituzione di alcuni prodotti è già in corso e dilagano fenomeni di Italian sounding, quando non di vera e propria contraffazione, che aumentano il danno economico complessivo per il nostro sistema industriale”, denuncia ancora, ricordando come se “non spetta a Confindustria entrare nel merito delle ragioni che hanno portato a queste misure” tuttavia, la capacità delle nostre imprese di esportare in Russia “incide direttamente sulla crescita economica e sull’occupazione in Italia”. Da qui, dunque, il timore di Confindustria “che tale escalation pregiudichi in maniera permanente le relazioni economiche e commerciali”.

Commenti

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  • Angela 16 Novembre 2018

    Avete visto che disastro è stato per la nostra economia essere dovuti entrare(con forza)in questa sciagurata UE che non perde occasione per metterci sempre di più in ginocchio?

  • Giuseppe Tolu 6 Novembre 2018

    Dai governo, ripristinate i “collegamenti” con la Russia, sarebbe un toccasana per tutti noi

  • POVERA ITALIA 6 Novembre 2018

    Con tutti i problemi che ci ritroviamo causati dall’elitnanerottoli governanti europei ci dovevamo
    proprio mettere contro Putin che ci da’ da scaldarci causa un ucraina golpista di cui non ce ne
    puo’ fregar di meno ? Ma quanto durera’ ancora questa cavolata ? Fossi in Putin proverei a fare
    meglio i miei interessi e un calcio nel c**o agli ipocriti .