La madre di Desirée: chi dice che se l’è cercata, abusa ancora una volta di lei

1 Nov 2018 11:04 - di Redazione

Parla per la prima volta, dopo il padre Gianluca Zuncheddu, anche la madre di Desirée, la 16enne di Cisterna di Latina violentata e uccisa a Roma tra la notte del 18 e la mattina del 19 ottobre. “Hanno scritto che la mia Desirée non era altro che una drogata, come se questo fosse un buon motivo per morire a quel modo e a 16 anni – dice Barbara Mariottini in esclusiva al settimanale Grazia  -. Hanno lasciato intendere, suggerito, insinuato che io fossi, in realtà, una tossicodipendente, che non seguissi mia figlia e che l’avessi abbandonata. Non lo sono. Non è vero e lo trovo ignobile. Quei balordi hanno violato mia figlia, ma la stampa, i social e le televisioni stanno violando adesso anche me e la mia famiglia”.

“Avevo 19 anni quando Desirée è nata – racconta la madre -. Oggi ne ho 35 e ho avuto la fortuna di avere un’altra figlia che Desirée proteggeva, così come io ho cercato di proteggere lei senza, purtroppo, riuscirci”, racconta la madre. “Non abbiamo trascurato l’inquietudine di Desirée. Sapevamo di avere un problema. Siamo stati noi stessi a rivolgerci ai servizi sociali. Abbiamo chiesto aiuto a chi doveva darci una mano, ma evidentemente non è servito”. “Io stessa, molte volte, l’ho accompagnata a Roma, ma certo mai in quei luoghi, mai a san Lorenzo. Mia figlia non ha mai frequentato quella sporcizia”. E sulle amicizie della ragazza, precisa: “Non erano certi quei balordi imbottiti di droghe, pasticche. Non erano quelle canaglie che hanno fatto strazio del corpo di mia figlia. Non erano quei teppisti, non erano loro”.

Del rapporto col padre, di cui si conoscono i precedenti penali, aggiunge: “Quei precedenti penali sono stati il pretesto per mostrificarci. Si prova sempre a fare i genitori. Si dice che sia un esercizio. Anche noi, come tutti, abbiamo tentato. Io e il padre di Desirée ci siamo allontanati come può accadere a qualsiasi coppia e io ho avuto assegnata la patria potestà. Ma loro due avevano un rapporto bellissimo”. “Era la mia artista e, invece, hanno scritto che fosse una matta. La sua era bizzarria, ma non malattia. Per ridurre tutto si dice: ‘Se l’è cercata’. Come se la colpa fosse sua. Me la vogliono trattare come una drogata. Hanno abusato di mia figlia da viva, stanno continuando a farlo anche ora che è morta”, conclude Barbara.

Commenti

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  • 1 Novembre 2018

    Ma che faceva nel quartiere degli narcotrafficanti Africani???

  • Laura Prosperini 1 Novembre 2018

    vero certi giornalisti e opinionisti specialmente quelli radical chic sono ignobili e senza cuore (molti di loro, stranamente non hanno figli…) e, da come la vedo io, da biasimare quasi come coloro che hanno compiuto l’abominio.
    Certo non si possono arrestare e/o condannare per le loro orribili opinioni sulla piccola Desiree ma adrebbero tenuti, tutti, molto lontani dai “posti” sociali apicali che contano, dove si prendono delle decisioni, sono socialmente distruttivi