È morto Antonio Donadio, il “pariolino”. Una vita nel Msi, sempre in prima linea

6 Nov 2018 15:59 - di Gloria Sabatini

Se n’è andato dopo una lunga malattia affrontata con una pazienza straordinaria e la sua proverbiale autoironia. Si era un po’ “stufato”, forse, ma la sua voce al telefono, tra una dialisi e l’altra, era ancora quella di un ragazzino pestifero di ottant’anni. Fino all’ultimo respiro ha tenuto botta con una dignità esemplare.

È morto a Roma lunedì 5 novembre, Antonio Donadio, classe 1933, per gli amici più stretti Tommy, per la sua comunità umana e politica “il pariolino”, perché da giovanissimo viveva nel quartiere bene di Roma anche se in uno monolocale sgangherato, per la precisione uno scantinato. «Si diceva che ci fossero i fantasmi…», racconta la moglie Franca. Mosse i primi passi con i “Figli del Sole”, movimento culturale fondato da Enzo Erra, pionieri di uno percorso culturale tra suggestioni evoliane e richiami alla tradizione cattolica. Coltissimo, assetato di libri e di riviste, coraggioso, “testa matta”, sempre in prima linea negli anni duri degli scontri e della contrapposizione frontale con la sinistra. Missino della prima ora, quante affissioni, cortei, scorribande per la Capitale per tenere alta la bandiera. Goliardia, coraggio fisico e testa,  Tommy aderì a Ordine Nuovo fondato nel 1956 da Pino Rauti insieme agli amici fraterni del “cenacolo” di via degli Scipioni, Marcello Perina, Sergio Sabatini, Paolo Andriani, Mario Coen Belinfanti e molti altri. Rientrò nel Movimento sociale nel 1969, pronto a sfidare la democrazia delle urne con la candidatura di Pino Rauti al Parlamento nel ’72.

Poco incline ai complimenti, polemico, refrattario ai compromessi, smise l’attività politica con la nascita di Alleanza nazionale ma non perse mai il legame umano con i suoi fratelli e l’innata curiosità per quello che bolliva in pentola nel mondo della destra. Immerso nei suoi volumi, Tommy annusava con curiosità le nuove sigle politiche (partiti e movimenti giovanili) che nascevano, commentava, si informava, ironizzava anche. Con elegante distacco. E poteva permetterselo, lui che dalla politica non ha mai ricevuto pennacchi, il “pariolino” non era tipo da carriera né da scrivania. Lui che non mancava mai ai “Presente” dei ragazzi uccisi negli anni di piombo. Per tanti l’ultima volta con Tommy, prima della lunga malattia, è stata a piazza Gondar per omaggiare Paolo Di Nella o a piazza Vescovio per commemorare Francesco Cecchin. Non se n’è andato in punta di piedi, come potrebbe apparire dalla sobrietà del commiato voluto dai familiari, sui social è lungo l’elenco di post e commenti che ricordano il “pariolino”, ciascuno a suo modo, un episodio personale, una citazione, un aneddoto semi-clandestino. Nessun rito funebre da protocollo, Tommy, in camicia nera, voleva essere cremato. E così sarà. Di un umorismo unico, sorriso sornione e parlantina instancabile, Antonio Donadio lascia la moglie Franca, con la quale ha condiviso passione politica, guai e “litigate” , e i figli Federico e Fabio.

 

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