Arrestato Ghosn, il presidente Nissan-Renault: bugie su bilanci e compensi

19 Nov 2018 14:45 - di Paolo Lami

I magistrati giapponesi lo accusano di aver mentito su bilanci e compensi finanziari non avendo dichiarato alcuni guadagni violando la legge sull’evasione fiscale e, per questo, lo hanno arrestato: Carlos Ghosn, 64enne potentissimo presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi Motori, è stato fermato dalla magistratura nipponica per aver violato le norme finanziarie relative al suo compenso dopo che nella mattinata erano circolate voci sempre più insistenti, provenienti da Tokyo, che davano l’arresto del manager come imminente.

Il manager brasiliano di origini libanesi Goshn avrebbe segnalato gli importi del compenso sui titoli azionari alla Borsa di Tokyo in una quantità inferiore all’importo effettivo, al fine di ridurre l’ammontare totale divulgato sulla remunerazione. La cifra evasa sarebbe di centinaia di milioni di yen, una somma di oltre 1 milione di euro.

Era stato il quotidiano giapponese Asahi Shinbun, citando fonti investigative, a diffondere le prime notizie scrivendo che i procuratori di Tokyo avrebbero interrogato Ghosn – una carriera ventennale in Nissan – e fatto irruzione nel quartier generale della casa automobilistica.

Indiscrezioni che avevano portato a pesanti movimenti sui mercati borsistici con il titolo che aveva subìto contraccolpi in relazioni alle voci: Nissan, alleato e principale azionista di Renault, dove Ghosn è presidente e amministratore delegato, ha registrato un calo in Borsa delle azioni di oltre il 12 per cento poco prima le 11.30 quando si erano diffuse le prime voci ancora non confermate che si andava verso l’arresto del manager.

Poco prima dell’arresto di GhosnNissan aveva offerto le sue pubbliche scuse in una dichiarazione piuttosto imbarazzata, anche considerando l’estrema severità con la quale il Giappone è abituato a valutare questi comportamenti molto oltre il codice etico della Nazione: «Nissan si scusa profondamente per aver causato grande preoccupazione ai nostri azionisti e stakeholder. Vogliamo continuare il nostro lavoro sull’identificazione dei problemi e sull’adozione di misure adeguate», ha lasciato filtrare la società facendo anche sapere di aver fornito tutte le informazioni necessarie ai pubblici ministeri giapponesi «collaborando pienamente alle indagini e – ha aggiunto – continueremo a farlo».

Nissan ci ha tenuto a precisare che «sono stati scoperti numerosi altri significativi atti di cattiva condotta, come l’uso personale dei beni aziendali» del numero uno dell’Alleanza tra Nissan, Renault e Mitsubishi Motors, Carlos Ghosn, spiegando anche che tutto è nato dai risultati di un’inchiesta interna condotta sia su Goshn che su Greg Kelly, uno dei rappresentative director, anch’egli arrestato con l’accusa di cattiva condotta finanziaria, secondo l’agenzia Kyodo News che cita imprecisate fonti investigative.
Anzi, sarebbe stata proprio la Nissan ad allertare la Procura di Tokio che, poi, ha proceduto all’arresto.
L’amministratore delegato di Nissan, Hiroto Saikawa ha già fatto sapere di voler proporre al consiglio di amministrazione di Nissan di «rimuovere prontamente Ghosn dalla sua posizione di presidente».

E’ un vero e proprio terremoto industriale finanziario quello causato dall’arresto del numero uno del gruppo automobilistico considerando che Ghosn, nominato presidente Nissan nel 2000, è tra i maggiori responsabili del progetto di fusione con la francese Renault, progetto che ha consentito alla seconda casa automobilistica nipponica il ritorno alla redditività dopo una lunga crisi, attraverso un drastico processo di ristrutturazione e un piano di riforme considerato aggressivo perfino rispetto ai severi standard aziendali giapponesi.

 

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