Vola il “Trump del Brasile”: il candidato di estrema destra ottiene il 46 %

8 Ott 2018 9:46 - di Gabriele Alberti

Il Trump del Brasile vola com’era amoiamente previsto nei sondaggi preelettorali. ll candidato dell’estrema destra Jair Bolsonaro ha vinto, con oltre il 46% dei voti, il primo turno delle presidenziali in Brasile ma non ha ottenuto il 50% che gli avrebbe evitato il ballottaggio nel quale, il 28 ottobre prossimo, dovrà fronteggiare Fernando Haddad, candidato del Pt. Ma la vittoria si prospetta facile. Era stato insultato, presentato come bieco populista, con il coro della stampa italiana a demonizzare il Trump “tropicale” come viene chiamato Bolsonaro. Che aggiunge: «Ho la certezza che vinceremo al secondo turno, ci sono due strade per il Brasile. Una è quella della prosperità, della libertà, della famiglia, di Dio e della responsabilità. Dall’altra parte c’è il Venezuela», dice additando lo spettro di un paese ridotto allo stremo e governato da élites di sinistra, ha dichiarato in diretta Facebook, da casa, il 63enne ex capitano dell’esercito che è ancora convalescente dopo l’attentato del 6 settembre scorso. Ex militare, noto per le sue posizioni conservatrici, ha concentrato la sua campagna elettorale sui temi della sicurezza e della lotta alla corruzione ed è riuscito a conquistare anche il voto di una parte degli evangelisti.

Il Brasile vuole voltare pagina

 «Sempre il popolo sta al nostro fianco, con Dio come leader», ha aggiunto l’esponente definito populista e nazionalista, soprannominato il ‘Donald Trump del Brasile’,  ribadendo che «non possiamo dare nessuno spazio alla sinistra». E ha aggiunto il saluto classico di Che Guevara, reinterpretandolo in chiave religiosa: «Hasta la victoria, se lo vuole Dio». Alle femministe e alle donne che tanto hanno manifestato contro di lui durante la campagna elettorale, ha poi risposto con l’immagine più tradizionale della donna-madre: «Voglio portare la pace alle donne, che stiano tranquille quando i figli vanno a scuola o escono». Sicurezza, legalità, i punti forti del suo programma.

Brasile, Bolsonaro vittima di un attentato

Il candidato del Partito dei Lavoratori Haddad ha chiamato a raccolta tutta l’accozzaglia delle altre forze politiche per preparare un “tutti contro uno”  in vista della sfida del 28 ottobre prossimo. «Vogliamo unire i democratici del Brasile», ha detto il 55enne ex sindaco di Sao Paulo, sottolineando come i risultati ci mostrano «i rischi che corre il Brasile». Sembra di stare in Italia, dove chi perde colpevolizza gli elettori, che avrebbero votato per farsi del male. Il Brasile ha una situazione che definire disastrosa è dire poco sotto il profilo economico. Il popolo brasiliano ha dato un voto che rovescerebbe – se il ballottaggio confermerà le previsioni – il paradigma dei precedenti governi di sinistra. Bolsonaro per questo – il parallelismo con Trump non fa una grinza – è sgradito all’establishment, che si difende accusando l’avversario di essere contro le donne, gli omosessuali, la libertà e quant’altro. Dimenticando di sottolineare alcuni episodi che non sono proprio dei particolari, come l’attentato subito da Poltronaro appena un mese fa. E come il fatto che Haddad sia diventato candidato solo all’inizio di settembre quando, dopo mesi di braccio di ferro, il partito della sinistra brasiliana ha accettato di ritirare la candidatura dell’ex presidente, in carcere per corruzione, Luiz Inacio Lula da Silva.

Per cui la stampa ha dato grande enfasi al fatto che in campagna elettorale Bolsonaro abbia elogiato l’ultima dittatura militare (1964-1985), abbia avuto parole offensive nei confronti di donne, neri e omosessuali; ma non è stato dato affatto rilievo ai punti del suo programma che propongono il pugno di ferro contro la criminalità. L’appello di Haddad è rivolto agli elettori degli altri tre candidati: l’esponente di sinistra Ciro Gomes (che ha avuto il 12,52% dei voti), quello di un partito di centrodestra – Gerald Alcmin (4,81%) – e alla ‘verde’ Marina Silva, che ha ottenuto solo l’1% nonostante i buoni risultati registrati negli ultimi sondaggi.

Commenti

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  • Paola 10 Ottobre 2018

    Sovranista e soprattutto NAZIONALISTA, perché la PATRIA E’ UN VALORE INSOPPRIMIBILE!!!!!!

  • Vittorio Papadial 9 Ottobre 2018

    OTTIMO !
    Tra l’altro ha un cognome della bassa Padovana

  • Agostino 9 Ottobre 2018

    Ottimo risultato, chissa`che questo Jair non ci rimandi indietro quel pluriassassino rosso che l`altro rosso Lula ci nego`

  • ADRIANO AGOSTINI 9 Ottobre 2018

    Il mondo non vuole capire che la visione del terzo millennio è solo sovranista ed è irreversibile. Basta con la globalizzazione, con le multinazionali, con il politically correct, con l’accoglienza indiscriminata, tutti imbrogli che hanno ridotto i popoli in povertà e schiavo dei furbi. E’ un movimento inarrestabile che annullerà la sinistra e i buonisti.