Tutti pronti per il dopo Raggi: da Dibba alla Lega. Rampelli: «Il candidato sia di FdI»

26 Ott 2018 13:21 - di Viola Longo

«Escluso, in assoluto. Lo possiamo dire una volta per sempre… In futuro torno a fare la professione di avvocato che un po’ mi manca». Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e ministro per la Pubblica amministrazione, in questi giorni è comparsa in pole position fra i nomi dei possibili candidati del centrodestra a sindaco di Roma. Ma ha escluso l’ipotesi con fermezza nel corso della trasmissione Agorà, su Rai Tre. Fosse per la scadenza naturale, le elezioni nella Capitale non sarebbero all’ordine del giorno. Ma sul capo di Virginia Raggi pende il rischio di una condanna per l’affaire della promozione di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele: la prima cittadina è a processo per falso e il 10 novembre potrebbe essere giudicata colpevole. In quel caso si aprirebbe subito la partita anticipata per il Campidoglio.

Con il Pd praticamente fuori dai radar politici, il toto nomi degli osservatori si concentra sul centrodestra. Per il M5S si scommette tutto su Alessandro Di Battista, romano doc con impostazione di sinistra e padre ex missino. Certo, c’è il rischio che un incidente nel governo possa spingere i suoi sponsor, Davide Casaleggio in testa, a spostarlo sulle politiche. Ma per ora lo scenario romano – con i guai non solo giudiziari della Raggi – è più impellente e qui viene collocato Dibba, senza che si prendano in considerazione competitor interni.

Non resta dunque che esercitarsi sul possibile nome del centrodestra. Si è parlato di Giulia Bongiorno, che ha smentito, e si parla di Barbara Saltamartini, attualmente presidente leghista della Commissione Attività produttive della Camera e politica romana di lungo corso. Pesa l’Opa lanciata in queste settimane dal Carroccio e ancora più chiaramente in questi giorni da Salvini. Ma si tratta di un ragionamento che sembra guardare più alla politica nazionale che a quella capitolina. A Roma, infatti, nessuno può mettere in dubbio il peso specifico di Fratelli d’Italia all’interno del centrodestra. E, non a caso, fra le ipotetiche candidature compare quella di Fabio Rampelli, volto che maggiormente incarna il radicamento del partito sul territorio e che per questo viene tirato fuori come possibile leader della coalizione a ogni tornata di amministrative o regionali. Dunque, si tratta di una indicazione che, prima che alla persona in sé, fa riferimento a ciò che rappresenta. Un passaggio su cui lo stesso Rampelli è stato molto chiaro: «A Roma il candidato deve essere di FdI».

Commenti

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  • Luciano Vignati 27 Ottobre 2018

    Ho scritto tempo fa che i negri occorre conoscerli a casa loro per giudicarli, sono razzisti, xenofobi e la loro unica legge è la legge tribale. Salvo qualche raro caso, nel loro ambiente sono capaci di efferati delitti (fare a pezzi le loro vittime e in alcuni casi mangiarle fa parte della loro cultura) In Sudafrica, l’emancipazione si è fatta grazie ai meticci e agli indiani che hanno saputo mitigare le violenze dei negri. Vi ricordate i centomila morti in Algeria, il milione di morte in Ruanda e nel Burundi fra hutu e tutsi e le guerre fra abissini e eritrei, bene sono avvenute nella seconda metà del secolo scorso e non trecento, quattrocento anni fa. Domanda, come si possono integrare con una civiltà come la nostra basata sull’illuminismo, sulla tolleranza e sulla sussidiarietà. Lo schiavismo l’anno inventato loro come fonte di guadagno sulla pelle dei soggetti delle altre tribù più deboli e poi si sono messi d’accordo prima con gli arabi e poi con le canaglie europee. Ma senza il loro permesso gli arabi e gli europei non potevano avvicinare la materia prima che gli stessi negri non avevano resi schiavi i loro simili.

  • Jolanda C. 27 Ottobre 2018

    raggi a spazzare le strade di Roma

  • Lisetta Serra 27 Ottobre 2018

    Sono d’accordo e a mio avviso il nome di Rampelki potrebbe andare bene anche all’attuale maggioranza. La Meloni come garante di FDI é una persona seria e decisa.

  • Angela 27 Ottobre 2018

    Chiunque vada a governare Roma,lo faccia pensando che è a capo della più bella (ma anche più sporca in tutti i sensi) città del mondo e che ha l’obbligo di riportarla ai fasti di un tempo non molto lontano.