Editoria, la Fieg a Crimi: «Inaccettabili le minacce a editori e giornalisti»

17 Ott 2018 17:41 - di Redazione
“I governi sono assolutamente liberi di assumere le decisioni che ritengono necessarie ed opportune, ma non possiamo accettare denigrazioni e minacce al lavoro di editori e giornalisti che ogni giorno si impegnano per stampare quotidiani a periodici che informano oltre 40 milioni di lettori.” Così il Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, in una lettera inviata al sottosegretario Vito Crimi per avere risposte chiare “che permettano alle imprese di comprendere a pieno il contesto politico nel quale dovranno operare e definire obiettivi e piani industriali” 
 
“L’attuale Governo – ha poi dichiarato Riffeser – sta intervenendo sull’informazione in maniera esattamente contraria a quanto stanno facendo gli altri Paesi europei, impegnati a sostenere le profonde trasformazioni di un settore strettamente connesso all’esercizio del diritto costituzionale di informare, di informarsi e di essere informati”.
 
La Fieg è stata ed è sempre disponibile al confronto – scontrandosi a volte con pregiudizievoli dinieghi – nella consapevolezza di operare non esclusivamente in favore degli interessi degli editori, ma di quelli dell’intera filiera, giornalisti, poligrafici e edicolanti, 60.000 lavoratori che con la loro quotidiana attività costituiscono un baluardo della libertà di stampa e della democrazia.
 
La Federazione degli editori negli ultimi mesi ha anche avviato importanti interventi ed iniziative con la collaborazione di enti, istituzioni e autorità che hanno a cuore la ricerca di soluzioni per i problemi del settore.
 
Gli editori italiani ribadiscono la disponibilità ad incontrare il Governo, le Assemblee, le Commissioni e i Gruppi parlamentari per spiegare con pacatezza e senso di realtà la preoccupante situazione del settore e i rischi che sicuramente deriverebbero dall’assenza dei necessari interventi.

Commenti

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  • Pino1° 18 Ottobre 2018

    Se ” L’editoria ”, di per se una lobby, costituisce compagini di giornalisti che si atteggiano a venditori di notizie, troppo spesso deformate, stravolte al punto tale da rappresentare mistificazioni della realtà sostenendo interessi editoriali specifici, forse, è l’occasione per fare una valutazione !
    Come fu contestato a suo tempo a Berlusconi la concentrazione di testate massacrandone onorabità, carriera, aziende (trecento visite della GDF in un solo anno !!) cosa dire dei raggruppamenti familiari incrociati con la politica appartenuta negli ultimi decenni alla sinistra italiana a partire dalla RAI che ha ancora in pancia roba come costanzo fazio ecc, sostenendo appunto lobbistiche e precise necessità. Bene… se il paese ha un’indirizzo largamente diverso da quanto l’apparato informativo vuole piegare alle necessità delle sue lobbies, quanti diritti morali finanziari e legali possono essere accampati da testate che hanno come missione la mistificazione della verità proprio a danno del popolo e della nazione ? Deontologia ? Nel giornalismo italico? In inghilterra forse ma poco anche da loro tranne che nella City nelle testate finanziarie ! La maggior parte dei distributori di devianza informativa trarrebbero un benefico effetto terapico ed il popolo pure se imparassero a stare sul mercato con le loro gambe ed idee. Tornare al ciclostilato do it yourself ? Già mi piace l’idea ! Sono emanazione di potentati politico finanziari? Raccolgono pubblicità? Bene, arrivino fino a dove riescono ma NON con denaro pubblico, pagando le tasse -tutte- come le imprese italiane visto che spandono concime in ITALIA co i soldi degli Italiani !!!!!!!!

  • Angela 18 Ottobre 2018

    La verità è che gran parte dell’editoria è rivolta a sinistra,attacca quotidianamente il governo e spesso non dice cose veritiere.I giornalisti tutti ,sappiano che ormai il popolo ha imparato a distinguere il vero dal falso e la smettano di fare le vittime,sono loro i primi a scrivere cose feroci sui politici a loro non graditi.