Ott 11 2018

Redazione @ 12:39

Lgbt, c’è tendenza a fare coming out sul lavoro. Ma c’è chi dice no

In Italia i numeri sono bassi. In alcuni Paesi l’asticella va verso l’alto. Nel complesso, l’80% dei lavoratori dichiara di essere pronto a rivelare il proprio orientamento sessuale al lavoro, se l’opportunità si presenta. Una tendenza che è in crescita anche se solo la metà dei dipendenti Lgbt l’ha già fatto. Un dato influenzato dal fatto che molti credono che fare coming out sul lavoro potrebbe mettere a rischio la carriera. Questi dati emergono dalla nuova indagine di The Boston Consulting Group, che ha coinvolto oltre 4.000 partecipanti di 60 nazionalità in dodici paesi (tra cui Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Paesi Bassi, Messico, Stati Uniti e Brasile). Tra le evidenze del report emerge come le donne facciano coming out meno degli uomini (il 14% contro il 20%), così come i bisessuali rispetto agli omosessuali (il 25% contro il 28%). L’ambizione professionale prende, dunque, la priorità rispetto alla condivisione dell’orientamento sessuale e questo sentimento è più evidente in situazioni particolari. Il 46% dei dipendenti Lgbt intervistati ha, infatti, ha dichiarato di mentire direttamente o per omissione ai propri dirigenti sul tema dell’orientamento sessuale durante conversazioni informali. Allo stesso modo, il 13% ha dichiarato di dare priorità alla propria ambizione professionale, accettando
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anche di lavorare (con riluttanza) su progetti in paesi in cui l’omosessualità è criminalizzata. In termini di integrazione professionale dei talenti Lgbt emergono importanti differenze a livello di paese. In testa alla classifica si trovano Regno Unito e Olanda, dove circa il 90% dei dipendenti Lgbt si dice a proprio agio nell’ambiente professionale. Spagna e Italia, invece, sono in fondo, e oltre il 30% del totale dei partecipanti al sondaggio non si sente a proprio agio a lavorare in questi paesi. In Francia, Germania, Stati Uniti, Messico e Brasile c’è ancora spazio di miglioramento: solo il 75% degli intervistati Lgbt ha dichiarato di sentirsi a proprio agio.
In Italia, l’ambiente di lavoro ha numeri più bassi rispetto agli altri paesi intervistati: il 33% degli intervistati Lgbt non si sente pronto a fare coming out. Ben lontano dalle percentuali dell’Olanda (7%), dell’Inghilterra (11%), ma anche di quella cumulativa di Germania, Svizzera e Austria (16%) e della Francia (24%). Solo la Spagna registra una percentuale più alta, del 38%. Inoltre, il 40% degli intervistati Lgbt ritiene che fare coming out potrebbe comportare un rischio a livello professionale, una percentuale più alta della media totale rilevata dall’indagine (35%). Un quarto dei partecipanti italiani alla survey si dichiara riluttante ad accettare di lavorare in un paese ostile all’Lgbt, tra le percentuali più alte dei paesi intervistati (la media rilevata è 13%), e il 51% mentirebbe sul proprio orientamento sessuale in una conversazione informale con il manager sul posto di lavoro (contro 46% in media).
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