Kitesurfer risucchiato a Ladispoli da elicottero militare: è grave (video)

4 Ott 2018 18:32 - di Redazione

È ricoverato in rianimazione con prognosi riservata al Policlinico Gemelli a Roma il 50enne che ieri mentre stava praticando kitesurf sul lungomare di Ladispoli è stato risucchiato e sbalzato a terra dal vortice d’aria creato da un elicottero. Il velivolo, stando alle prime informazioni, non apparterrebbe a forze militari italiane. A lanciare l’allarme sono stati gli stessi componenti dell’equipaggio dell’elicottero militare le cui eliche avevano generato il vortice d’aria a far scattare i soccorsi al kitesurfer “risucchiato” e quindi sbalzato sulla spiaggia di Ladispoli riportando diverse lesioni. I militari del velivolo impegnato in un’esercitazione multiforze, allargata anche ad unità aeree straniere, hanno immediatamente chiesto soccorso alla capitaneria e ai carabinieri del luogo.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Pino1° 5 Ottobre 2018

    Se è l’elicottero in foto, è un chinook, è impossibile non sentirne l’arrivo dato il possente rumore delle pale dei due rotori. Non intendo dire che abbia colpe il surfista ma gli sarebbe stato sufficiente far sgonfiare la vela per non essere risucchiato. La cosa che mi lascia letteralmente ESTEREFATTO è la comunicazione del comandante dell’aeroporto che dichiara di non essere stato nemmeno informato di quel tipo di attività aerea !!!!!!!! In presenza di qualunque attività militare che coinvolge non solo l’esercito italiano ma addirittura interforze viene SEMPRE e DEVE ESSERE FATTO emesso NOTAM che è equivalente all’avviso AI NAVIGANTI con il quale si comunica l’interdizione all’uso dell’area definendone per le navi lo specchio d’acqua e per l’aereo-traffico il cubo di utilizzo, quote di ingombro ecc, motovedette in mare, a terra carabinieri e segnalazioni ecccc. Non dovrebbe accadere, ma come ampiamente dimostrato dal taglio della funivia del Cermis nel ’98 le truppe provenienti da altri paesi danno per scontata tutta la procedura di messa in sicurezza del LORO teatro operativo che parte da metri zero o raso a seconda della tipologia di esercitazione. E’ EVIDENTE che, nella catena di comando delle esercitazioni , per la parte di messa in sicurezza è successo qualcosa di grave.