Khashoggi, Usa e Gb preparano la punizione per Riad

14 Ott 2018 12:07 - di Paolo Lami

L’imbarazzante caso Khashoggi rischia di trasformare la gigantesca operazione di marketing diplomatico allestita da Riad in occasione del summit dei giganti della finanza e dell’economia in programma dal 23 al 25 ottobre in Arabia Saudita in un clamoroso flop.

Il fronte delle defezioni si va allargando di ora in ora, capeggiato dai media internazionali che non intendono assolutamente offrire sponde a chi – è oramai fin troppo chiaro – ha teso una trappola e, poi, torturato, ucciso e smembrato un giornalista “scomodo” come Jamal Khashoggi.

Quella che era stata pomposamente definita la “Davos nel deserto“ potrebbe, insomma, essere ricordata come una cattedrale (vuota) nell’immensità del deserto saudita.

A parte la francese Lagarde, capo del Fondo monetario internazionale, che, pur dicendosi turbata, ha detto chiaro e tondo che il business conta più della vita di Khashoggi, sono molte le istituzioni e gli Stati che stanno ripensando la propria partecipazione al summit contro l’orrendo crimine commesso da una squadra di killer di Riad arrivata appositamente a Istanbul è ripartita dopo aver portato a compimento all’interno del consolato saudita nella capitale della Turchia la missione di morte che gli era stata assegnata.

Ma quello che certamente pesa di più nelle relazioni economico-finanziarie e diplomatiche è il no di Usa e Gran Bretagna che si va profilando all’orizzonte.

Tanto Washington quanto Londra, secondo la Bbc che cita fonti diplomatiche, starebbero prendendo in seria considerazione il boicottaggio del summit esponendo così l’Arabia Saudita al pubblico ludibrio per la scomparsa del giornalista “inghiottito” dal consolato di Riad a Istanbul dove si era recato per ritirare un documento necessario per sposarsi.

Ieri il presidente Usa, Donald Trump, aveva avvertito l’alleato Riad promettendo una  “punizione severa” nel momento in cui fosse emerso – e oramai ci sono pochi dubbi – che dietro la scomparsa di Khashoggi c’è l’Arabia Saudita.

Le fonti diplomatiche avrebbero detto alla Bbc che sia il segretario al Tesoro Usa, Steve Mnuchin, che il segretario al Commercio internazionale del Regno Unito, Liam Fox, potrebbero non partecipare all’evento di Riad, patrocinato dal principe ereditario, Mohamed bin Salman.

Secondo il New York Times, Khashoggi, che collaborava con il Washington Post, sarebbe stato fatto a pezzi con una sega dentro l’edificio da agenti dei servizi di Riad, “come nel film Pulp Fiction“. I suoi resti sarebbero quindi stati portati fuori nascosti dentro un minivan nero.

Il governo turco ha svelato a funzionari statunitensi di essere in possesso di registrazioni audio e video che provano che Khashoggi è stato ucciso all’interno del consolato.

L’ipotesi più accreditata è che i turchi, che non si fidano di nessuno, abbiano imbottito di microspie e telecamere nascoste il consolato di Riad a Istanbul ed abbiamo assistito in presa diretta, registrandolo, al terribile omicidio di Khashoggi.

Ma Riad continua a smentire con decisione le accuse che oramai le stanno piovendo addosso da più parti definendole “menzogne”.

Secondo la Bbc, nel caso in cui dovesse arrivare la conferma, probabilmente da parte dei turchi, che Khashoggi è stato ucciso, Usa e Gran Bretagna diramerebbero un comunicato congiunto in cui esprimerebbero forte condanna. Da lì al rifiuto di partecipare alla “Davos del Deserto” il passo sarebbe brevissimo.

Commenti

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  • avv. alessandro ballicu 15 Ottobre 2018

    ecco questo da l’idea di quanto siano barbari i musulmani che il papa, la sinistra e i buonisti con l’aiuto economico della plutocrazia che stipendia giornalisti, politici ed economisti, vorrebbero introdurre a milioni in europa e in italia