James, il fratello buono di Al Capone. Era sceriffo e amico degli Indiani

1 Ott 2018 16:15 - di Antonio Pannullo

Per molti anni non si seppe che Al Capone, il simbolo del gangsterismo americano, aveva un fratello maggiore, Vincenzo James. Quando si seppe, dopo la Seconda Guerra Mondiale, lo stupore fu grande nell’apprendere che era un uomo di legge, uno sceriffo, che negli anni del Proibizionismo – che arricchì Al – arrestava i contrabbandieri. La spiegazione è semolice: Vincenzo, che era maggiore dei fratelli Capone, orgininari di Angri, nel Salernitano, andò via di casa a 16 anni, e se ne andò nel West in cerca di fortuna. Sembra un romanzo di Jack London: Vincenzo trovò lavoro in un circo itinerante, dove imparò a usare le pistole con grande maestria, tanto che in seguito fu soprannominato James two guns. Per giunta VIncenzo rinnegò completamente le sue origini italiane, dichiarando di essere indiano per metà, e cambiò nome in Richard James Hart. Vincenzo più che le strade di Brooklyn dove trafficavano i suoi fratelli e dove avrebbero fatto fortuna, preferiva le sconfinate distese del West, i cavalli, gli Indiani, che conobbe e imparò ad apprezzare. Probabilmente Vincenzo non dette quasi più notizie di sé alla famiglia quando andò via di casa, e in seguito preferì non farlo dato che i suoi parenti erano diventati criminali. Vincenzo James si arruolò nell’esercito allo scoppio della Grande Guerra, diventando tenente, e fu anche decorato con la Distinguished Service Cross. Tornato negli Usa, divenne deputy sheriff della cittadina del Nebraska in cui viveva, diventando in seguito, grazie ai suoi successi investigativi, agente del Bureau of Indian Affairs, con il compito di ocmbattere l’alcolismo nelle riserve indiane. Non dimentichiamo che erano gli anni del proibizionismo. Sposò una donna di nome Kathleen Winch da cui ebbe quattro figli, ma non le rivelò per anni la sua parentela con Al Capone.

Sulla tomba di Vincenzo non si fa menzione dei Capone

Vincenzo James era l’unico dei fratelli Capone a essere nato in Italia, nel 1892 ad Angri, prima che la sua famiglia emigrasse negli States. Gabriele e Teresina Capone infatti decisero di andare a New York per assicurare alla famiglia un avvenire migliore. Fu un viaggio come nei film, con la valigia di cartone e il ponte di terza classe, ma alla fine Gabriele aprì un negozio di barbiere a Brooklyn. Il fratelli Al e gli altri nacquero tutti sul suolo americano. Ma mentre Al e i suoi fratelli cominciavano a fare i malavitosi nelle strade di New York, Vincenzo preferiva tenersi alla larga da loro e andava volentieri negli allevamenti a occuparsi di cavalli e agricoltura. Come detto, sparì senza preavviso e solo un anno dopo mandò alla famiglia una lettera dal Kansas dicendo che si era aggregato a un circo, il Miller Brothers Ranch Wild West Show. Tornato in patria, si stabilì a Homer, nel Nebraska, dichiarando appunto di essere mezzo indiano, probabilmente per evitare i pregiudizi sugli italiani, che a quel tempo evidentemente erano peggio di quelli sugli Indiani. James di distinse in occasione dell’alluvione, e divenne lo sceriffo della città, diventando in seguito ufficiale, impiegato nella lotta contro il proibizionismo. James frattanto era diventato un autentico cow boy: come si vede nelle foto, indossava il cappello a falde larghe, stivali, speroni e le famose due pistole che gli valsero il soprannome di two guns. Era bravo, con i cavalli, con le pistole e con i pugni. Una volta dovette persino sorvegliare il presidente Calvin Coolidge nel corso della sua visita in Sud Dakota. Alla fine, i suoi successi nel lavoro gli fecero ottenrre il lavoro all’Ufficio per gli Affari indiani: ne studiò i dialetti, visse con loro, cercò di difenderli dai contrabbandieri di alcol che infestavano le riserve. Intanto il fratellino Al stava consolidando il suo impero criminale. Come è noto, nel 1931 Al Capone fu condannato a 11 anni di reclusione per evasione fiscale, e anche per Vincenzo cominciavano tempi duri. La Grande Depressione colpì anche lui e la sua famiglia. Si dice che nel 1946 James andò a visitare suo fratello Al, usciti di prigione, che viveva in Florida. Pare che una volta fosse chiamato a testimoniare per Al: avrebbe dovuto sostenere che era una brava persona, ma James, per evitare di mentire non ci andò. All’inizio degli anni Cinquanta la sua parentela con i Capone venne fuori e in seguito sulla sua storia fu scritto anche un libro. James Vincenzo morì a Homer il 1° ottobre 1952 ed è seploto lì: ma sulla tomba non si fa menzione di Capone.

Nel 2015 in Italia è stato pubblicato il libro L’ altro ItaloAmericano. La straordinaria storia di Vincenzo James Capone. Two-Gun, il fratello di Al Capone, per le edizioni MnM Print.

 

 

 

 

 

 

 

 

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