Iran, impiccata in carcere la sposa bambina che uccise il marito

2 Ott 2018 18:34 - di Laura Ferrari

La 24enne Zeynab Sekanvand è stata giustiziata all’alba del 2 ottobre insieme ad altri due detenuti nel carcere di Urmia, nel nord-ovest dell’Iran. Lo ha reso noto Iran Human Rights (Ihr), che denuncia come la donna sia stata condannata a morte per un reato – l’omicidio del marito – commesso quando era ancora minorenne. «Nonostante abbia ratificato diversi trattati internazionali che vietano la pena di morte per reati commessi da minorenni, l’Iran rimane il Paese con il più alto numero al mondo di esecuzioni di criminali con meno di 18 anni», ha sottolineato in una nota l’organizzazione con sede a Oslo che si batte contro la pena di morte nella Repubblica islamica.

zeynab-sekanvand

In Iran la minore età non evita la pena di morte

Il 29 settembre, ricostruisce il comunicato, la donna era stata trasferita nel reparto ospedaliero della prigione di Urmia per essere sottoposta a un test di gravidanza, risultato negativo il giorno dopo. Di conseguenza, la direzione della prigione aveva contattato la famiglia per segnalare che l’ultima visita era stata fissata per il prima ottobre. Qui, i suoi parenti avevano appreso che l’esecuzione sarebbe avvenuta il giorno dopo. L’Iran è rimasto l’unico Paese al mondo a mettere a morte minorenni al momento del reato: dal 2005, segnala Amnesty, vi sono state circa 90 esecuzioni del genere (di cui almeno cinque nel 2018) e nel braccio della morte restano in attesa dell’esecuzione almeno altri 80 minorenni al momento del reato.

Stuprata a 15 anni dal marito e dal cognato

La giovane era stata costretta a sposarsi a 15 anni con un matrimonio combinato. Da quel momento violenze e abusi sessuali sono entrati prepotentemente nella sua vita: oltre al marito, a picchiarla e ad abusare di lei era anche il fratello dello sposo. Nel febbraio del 2012, all’età di 17 anni, Zeinab è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso suo marito. Ha confessato dopo essere stata trattenuta per 20 giorni in una stazione di polizia, dove – secondo quanto ha denunciato – è stata picchiata dagli agenti. Anche il processo è stato gravemente irregolare: Zeinab ha incontrato il suo avvocato, quello assegnatole di ufficio, solo nell’ultima udienza del processo. In quell’occasione ha ritrattato la “confessione” resa quando era priva di assistenza legale, denunciando che l’assassino era stato il fratello del marito. Dichiarazioni ignorate dai giudici che il 22 ottobre 2014 l’hanno condannata a morte. Nonostante la mobilitazione internazionale, oggi la condanna a morte, come è prassi in Iran, mediante impiccagione. Zeinab aveva 24 anni.

Commenti

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  • Lory 10 Ottobre 2018

    Gli islamici odiano da sempre le donne! basta vedere che ogni scusa è buona per mortificare,maltrattare,venderle come bestiame con la scusa di combinare matrimoni!Una donna in Islam vale solo se “produce” figli, chi non li ha può essere buttata nel bidone,ovvero ripudiata! E ci sono le cretine italiane che si sposano i marocchini e poi scoprono di avere sposato un uomo che le picchia e le obbliga a impacchettarsi nel velo!chi è causa del suo mal pianga se stessa!

  • Patrizia 4 Ottobre 2018

    In tutto questo grande colpa è anche dei genitori che combinano questo tipo di matrimoni costringendo le figlie a sofferenze e soprusi oltre che dal marito anche dalla famiglia di quest’ultimo. Finché non cambierà questa mentalità obsoleta continueranno ad esserci vittime innocenti.

  • Gioman 3 Ottobre 2018

    E pensare che ci sono milioni di italioti kattokomunisti che non vedono l’ora di essere gestiti da questi invasori islamici……e già tanti godono al pensiero che saranno circoncisi e decollati , mentre le altre già fremono di gioia pensando che presto saranno infibulate,ingravidate, intonacate e velate !!!!!!!!

  • mas 3 Ottobre 2018

    E cosa ca…o centra idioti, se é stata violentata e abusata chiunque donna farebbe fuori il suo violentatore cosa c…o dite voi??? Se toccassero vostra figlia vorrei vedere cosa fareste….é la pena di morte che é sbagliata contro chi si difende da violenze ed abusi IN QUEL PAESE DI C**** punto…come siete sbagliati molti di voi che parlate di altri anziché misurare le cose sulla vostra pelle…quindi non dite c*******…la pena di morte perché uno si difende và abolita…e semmai và data a chi tortura animali, sgozza pecorelle e quant’altro, che guardacaso A LORO non la applicano…come é sbagliato e assurdo anche in italia mettere in galera chi si difende da un rapinatore o stubratore di m….a e cosa dovrei fare aspettare che mi faccia fuori lui???ma andasserooo a c******* tuttiii…avantiii SALVINIIIII ?????

    • Carmen 5 Ottobre 2018

      Sono con te e con salvini

  • Incel 3 Ottobre 2018

    E allora? Vi ricordo che comunque lei ha ammazzato suo marito.

    Questo articolo sembra quasi a giustificare lei che ha ammazzato suo marito. Lei sapeva benissimo che nel suo paese vige la pena di morte, ed è sempre lei che ha ammazzato suo marito, ed ora ne ha pagato le conseguenze.

    • Morpheus 3 Ottobre 2018

      spero che ti tocchi lo stesso percorso che ha portato quella povera ragazza al tragico epilogo

      • Patrizia 4 Ottobre 2018

        Ha ritrattato quando ha confessato era senza avvocato ed era stata picchiata dalle guardie. Ha avuto il primo incontro con l’avvocato quando la causa era già in corso. Ha detto che a commettere l’omicidio è stato il fratello del marito e nessuno ha vagliato questa possibilità.

      • Arcangelo 9 Ottobre 2018

        Incel vorrei farti le stesse torte che ha fatto il marito a lei.

    • Mario 3 Ottobre 2018

      Incel MA COSA TI DICE IL CERVELLO? NEL DIRITTO OCCIDENTALE C’E’ UNA COSA CHE SI CHAMA LEGITTIMA DIFESA! TI AUGURO DI CUORE DI ESSERE AGGREDITO DA QUALCUNO E SE TI PERMETTI DI REAGIRE TI RICORDERO’ CHE LO SAPEVI CHE SE REAGIVI NE DOVEVI PAGARE LE CONSEGUENZE…..

  • Jolanda C. 2 Ottobre 2018

    Grande colpa per l’islam essere nate femmine…….

    • silvana puddu 3 Ottobre 2018

      Sei proprio un uomo….