Il Salvi-Maio non è una “fuitina”. Gli appelli a tornare (per ora) non servono

8 Ott 2018 13:55 - di Mario Landolfi

Ci vuole fantasia degna di Jules Verne ad esortare Salvini a «tornare indietro» come se stesse correndo verso un precipizio e non verso il trionfo elettorale che gli accreditano i sondaggi. Eppure è esattamente quel che ha fatto Antonio Tajani chiudendo la ‘tre giorni” di Forza Italia organizzata a Milano da Maria Stella Gelmini. Per carità, in politica ognuno è libero di suicidarsi come vuole e quello di scansare il principio di realtà è certamente tra i più efficaci e sicuri. Ma è lecito chiedersi che cos’altro debba accadere perché il centrodestra prenda atto di essere giunto ad un tornante decisivo della propria esperienza e decida di conseguenza. Non sfugge la necessità, tutta tattica, che ciascuno – Lega, FI e FdI – ha di lasciare tra le dita dell’altro il cerino acceso della dichiarazione di morte di una coalizione che ancora governa regioni e città, ma neppure dovrebbe sfuggire che lo stallo attuale porta bene solo a Salvini, l’unico abilitato a fare il pane in due forni: quello acceso in società con i Cinquestelle e quello gestito in condominio con i vecchi alleati. Finora, Forza Italia ha avallato tale strategia attaccando per le politiche del governo il solo Di Maio. Ma l’espediente, sondaggi alla mano, si sta rivelando un fallimento. La politica, del resto, non calza mezze misure. Significa che o Forza Italia sfida la Lega sul terreno del partito unico, vagheggiato da un diversamente berlusconiano come Toti, o – ed è quel che la Meloni ha cominciato a fare – la inchioda sulle scelte del governo, a cominciare da reddito e pensioni di cittadinanza, misure certamente indigeste per l’elettorato nordista. In poche parole, è ora di capire che il Salvi-Maio non è il figlio spurio di una fuitina occasionale, ma il difficile passaggio scelto dal leader leghista per fondare un nuovo centrodestra. Per questo, gli appelli a rifare quello vecchio non servono più.

Commenti

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  • Angela 9 Ottobre 2018

    Salvini e Di Maio sono persone serie,hanno stipulato un contratto ed è giusto che lo onorino…senza ascoltare il richiamo di sirene in lontananza e senza cedere a ricatti …

  • Pino1° 9 Ottobre 2018

    Poche volte si legge con tale lucida capacità espositiva della dinamica tattico-strategica di una politica, a cui penso gli italiani appartenenti al popolo bue non siano più avvezzi da tempo. Evidenzia quanto sia tesa al massimo livello la corda fra Salvini ed il resto del mondo, già perché la tenzone è davvero con tutto il quadro europa che ci mette il suo carico aggiunto creato da francia e mezza germania. Il destabilizzatore, anche se non direttamente interessato per ora è Erdogan che però viaggia con due milioni di euro italiani in tasca portatogli come patrimonio dalla merkel. Alla faccia del nuovo esercito europeo dal quale è stata esclusa l’Italia che paga!