Catania vicina al baratro, il sindaco: «Non ci sono più soldi per stipendi e servizi»

27 Ott 2018 14:38 - di Alberto Cardillo

Sono giorni di preoccupazione e angoscia quelli sta trascorrendo la città di Catania, attanagliata dallo spettro sempre più palpabile del dissesto. Al Comune non c’è più un centesimo, finita tutta l’anticipazione di cassa, le ultime speranze per evitare il fallimento dell’Ente restano gracilmente appese al ricorso alla Corte dei Conti (che ha già decretato il dissesto tecnico) e al contributo straordinario che è stato richiesto al Governo nazionale.

Senza voler fare sensazionalismo la città rischia davvero il caos, e i primi effetti sono già visibili. I dipendenti comunali vivono con estrema preoccupazione la concreta eventualità di non ricevere lo stipendio di ottobre, mentre i netturbini da stanotte hanno già proclamato due ore al giorno di assemblea durante i turni di lavoro. Ieri l’allarme dell’assessore alle politiche sociali, Giuseppe Lombardo, secondo il quale senza novità positive dal primo novembre gli asili nido della città rimarrebbero chiusi, con tutte le conseguenze del caso.

Sempre di ieri l’appello pubblico lanciato dal Sindaco Salvo Pogliese, il quale coraggiosamente, qualche mese fa decise di candidarsi a Sindaco di una città che si sapeva fosse in condizioni critiche, lasciando il comodo scranno all’europarlmanento. “Oggi ho scritto al presidente del Consiglio, professore Giuseppe Conte, e ai vicepresidenti, onorevoli Matteo Salvini e Luigi Di Maio -ha scritto il sindaco di centrodestra Pogliese-, per rappresentargli la situazione in cui si trova la nostra città. Come vi è noto, la Corte dei Conti sezione controllo della Sicilia con delibera n.153 del 4 maggio 2018 ha dichiarato il dissesto economico finanziario del Comune di Catania, provvedimento notificato all’ente il 22 luglio 2018. Da quest’ultima data numerose interlocuzioni sono state intraprese con autorevoli rappresentanti dell’esecutivo nazionale, trovando sempre attenzione e disponibilità, affinché il Comune di Catania potesse usufruire di un contributo straordinario per riequilibrare il Bilancio gravato da 1,6 mld di euro di debiti e fare fronte alla gravissima crisi di liquidità, visto che l’anticipazione di cassa annuale di 188 milioni era già stata pressoché esaurita alla data dell’insediamento della nuova Amministrazione, il 18 Giugno 2018 (abbiamo trovato in cassa solo 4 milioni di euro).

«I gravi rischi, anche sociali di tale evenienza sono stati rappresentati al Ministro dell’Interno in una riunione in Municipio a Catania lo scorso 14 agosto, proprio al fine di individuare una soluzione utile a fronteggiare la carenza di risorse del Comune di Catania e le inevitabili ripercussioni che, in caso di esito negativo al sostegno richiesto, potrebbero verificarsi». Nell’appello pubblico Pogliese parla chiaro: «Senza il congruo contributo governativo straordinario più volte richiesto -specifica il Sindaco di Catania- , rimarrebbe fine a se stessa, per l’insuperabile vulnus dell’assoluta carenza liquidità indispensabile ad assolvere ai servizi essenziali (dipendenti, scuole, rifiuti, servizi sociali, asili nido ecc…) e agli obblighi contrattuali (partecipate, discarica, rate di mutui ecc…) derivanti dall’attività ordinaria. L’imminente scadenza di fine mese -conclude Pogliese-, ci vede costretti a fare fronte alle necessità sopra elencate (aumentate dai rinvii ai pagamenti dei mesi scorsi a cui non si è potuto ottemperare) senza che materialmente, però, si possa dare seguito a nessuna delle obbligazioni. Non ci resta che confidare nell’attenzione e sensibilità del governo nazionale, per evitare il dissesto dell’Ente, già dichiarato dalla Corte dei Conti».

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