Ponte Morandi, Conte: «Autostrade è fuori dal Consorzio che lo ricostruirà»

20 Set 2018 18:38 - di Paolo Lami

L’aveva annunciato. E ora lo riconferma: «Autostrade è fuori dalla ricostruzione del Ponte Morandi». Interpellato nel corso di una conferenza stampa a Salisburgo, dove si trova per una riunione informale con gli altri capi di Stato e di governo Ue, il premier italiano Giuseppe Conte ribadisce che la società Autostrade sarà esclusa dal gruppo di aziende che si occuperà, dal punto di vista operativo, di ricostruire il viadotto crollato il 14 agosto scorso uccidendo 43 persone.

«Sulla società che ricostruirà il Ponte non mi pronuncio affatto, perché il commissario dovrà valutare le proposte e scegliere chi offre più garanzie ai genovesi di ricostruire il Ponte più bello e solido. Autostrade è fuori», assicura Giuseppe Conte assicurando che Autostrade «è coinvolta finanziariamente» ma aggiungendo che l’ipotesi che sia nel Consorzio di ricostruzione «non è assolutamente contemplata».

Per quanto riguarda, invece, il «commissario deve essere nominato entro 10 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Non riesco a dare una data – spiega il premier – ma nominerò -di intesa con la Regione Liguria – un commissario che procederà con la massima speditezza», assicura il presidente del Consiglio.

Sui tempi per far partire i lavori del nuovo Ponte in sostituzione del Ponte Morandi crollato, «non posso dire che entro 10 giorni (il commissario, ndr) avvierà la ricostruzione del ponte – premette Conte – ma dovrà muoversi con la massima sollecitudine, celerità e senza indugio. E’ una delle caratteristiche che andrò a valutare quando andremo a completare la selezione». E se da un lato, indica il premier, occorrono garanzie «di competenze manageriali e capacità di padroneggiare il quadro giuridico» dall’altro «occorre anche una persona di carattere che sappia agire in modo efficace».

Secondo un sondaggio dell’Istituto Piepoli il 75 per cento degli italiani chiede che la ricostruzione del ponte Morandi sia frutto di una collaborazione tra pubblico e privato. In definitiva lavori a spese di Autostrade che per i lavori procede in proprio oppure affidando i lavori ad una società pubblica, per esempio Fincantieri. Ed entrando più nello specifico la maggioranza vorrebbe che il nuovo ponte che va a sostituire il Ponte Morandi sia costruito da un team di imprese di cui fanno parte Fincantieri e Autostrade per l’Italia, progettato da Renzo Piano e pagato da Autostrade per l’Italia.

Anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che ieri a Genova ha incontrato un gruppo di abitanti del quartiere di Certosa sfollati dalla zona rossa dopo il disastro di ponte Morandi, è intervenuto sulla ricostruzione del nuovo Ponte parlando sia delle aziende che potrebbero essere coinvolte – «Fincantieri ha competenze importanti e stessa cosa vale per Italferr» – sia della «procedura di caducazione della convenzione» di Autostrade che, ha assicurato, «va avanti e il governo marcia compatto su questo obiettivo. L’interlocuzione con la Ue sulle deroghe al codice degli appalti, invece, finora ha dato un primo esito incoraggiante».

Toninelli ha anche affrontato la questione, molto dibattuta e spinosa all’interno dei Cinque Stelle, della “Gronda”, l’opera di bypass del traffico,  inserita ora nel decreto Genova «che doveva iniziare nel 2019 e stiamo analizzando anche quella: se si dovrà fare la si farà – apre per la prima volta l’esponente M5S – non c’è alcun tipo di pregiudizio nei confronti della Gronda come nei confronti di alcuna altra grande opera ereditata dal passato».

«Però – avverte il ministro dei Trasporti – la più grande opera necessaria per questo Paese, che vuole fare questo governo ed è compattissimo in questo, è tutto un insieme di una miriade di piccole opere che prima di tutto mettano in sicurezza e mantengano tutte le nostre infrastrutture nazionali».

Da questo punto di vista, con il Decreto Genova nasce la «Cabina di regia Strategia Italia», il nuovo organismo, ideato dal governo gialloverde, che dovrà monitorare lo stato di salute delle opere infrastrutturali presenti in Italia. Una sorta di stanza di compensazione e decisionale sempre pronta a intervenire, così come prevede l’articolo 41 dell’ultima bozza del cosiddetto decreto Genova, su cui il governo è al lavoro e che presto potrebbe approdare in Consiglio dei ministri.

La «Cabina di regia Strategia Italia» sarà presieduta dal presidente del Consiglio dei ministri o dal sottosegretario di Stato delegato ed è composta dal ministro dell’Economia e delle finanze e dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti e integrata dai vari ministri interessati oltreché dal presidente della Conferenza delle Regioni, dal Presidente dell’Unione delle Province d’Italia e dal Presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani».

Attraverso un monitoraggio di tutte le opere pubbliche, l’organismo dovrà verificare lo stato di attuazione dei vari piani e programmi di investimento infrastrutturale predisponendo, di conseguenza,  piani ordinari o straordinari di «interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici, situazioni di particolare degrado ambientale» che possono necessitare di bonifica.

Autostrade, intanto reagisce alle indiscrezioni di stampa secondo cui lo scambio di email fra i tecnici di Autostrade e e Spea sul Ponte Morandi proverebbe la mancanza di controlli.
Le mail tra Autostrade per l’Italia e Spea non dimostrano l’inadeguatezza dei controlli ma rientrano nella normale gestione contrattuale cliente-fornitore. Lo precisa Aspi in una nota.
«In relazione ad alcuni articoli apparsi sulla stampa di oggi, nelle quali si fa riferimento a delle email delle strutture tecniche di Autostrade per l’Italia che proverebbero una presunta inadeguatezza dei controlli effettuati da Spea (la società di ingegneria in house di Autostrade, ndr) sul viadotto Polcevera, la società – scrive in una nota l’azienda guidata dall’ingegner Castellucci – chiarisce che tali comunicazioni tra il Committente dei lavori e la società Spea vanno inquadrate nell’ambito di una ordinaria dialettica contrattuale tra cliente e fornitore, come peraltro avviene anche nella gestione di altri incarichi di progettazione e direzione lavori (oltre 100 nel solo 2018) affidati a strutture professionali esterne diverse da Spea».

«Nello specifico, in occasione dei lavori di riqualifica delle barriere di sicurezza del Polcevera, lo scorso febbraio 2018 – ricostruisce Autostrade contestando quanto scritto dai giornali sul Ponte Morandi – la Direzione tecnica di Autostrade per l’Italia aveva contestato a Spea un mancato rispetto degli obblighi contrattuali. A seguito di tale contestazione, Spea – riferisce Aspi – aveva provveduto successivamente alla rimozione dall’incarico del Direttore Lavori, consentendo la regolare prosecuzione delle attività in piena sintonia con le esigenze del Committente».

«Tale dinamica cliente-fornitore – precisa la concessionaria autostradale parlando del Ponte Morandi – certifica dunque la piena regolarità e il funzionamento del sistema di controlli, e non il suo contrario. E’ fondamentale inoltre chiarire che tali comunicazioni riguardano interventi effettuati in luoghi diversi e distanti dalla pila n° 9 (del Ponte Morandi, ndr) interessata dal crollo. Si tratta dunque di attività del tutto estranee alla vicenda medesima».

Commenti

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  • giulio 20 Settembre 2018

    i 5stelle si confermano bidoni di odio buoni a nulla