Meloni: «Non saremo mai sudditi. E a nessuno permettiamo di darci lezioni»

25 Set 2018 10:55 - di Gabriele Alberti

Dopo la manifestazione di Atreju e l’annuncio di un’adesione al movimento transnazionale  ”The Movement” di Steve Bannon, ospite di lusso della kermesse, si affollano le domande maliziose alla leader di Fratelli d’Italia sugli “amici americani”. Intervistata dal Giornale e dalla Verità Giorgia Meloni chiarisce. «Noi saremo in rete con altri sovranisti, ma sempre e soltanto filoitaliani», è il senso della sua posizione. Nessuna sudditanza, spiega a chi insinua: «Se c’è qualcuno che non ha mai avuto atteggiamenti da cheerleader verso leader stranieri questa sono io. Questa sudditanza è un tratto tipico della politica italiana. C’era Renzi che scimmiottava Obama, la Boschi che all’ambasciata Usa indossava la spilletta di Hillary Clinton. Io ho sempre ben presente che siamo una nazione sovrana», ha detto forte e chiaro  a Il Giornale. «Ho sentito Tajani dire che non ci facciamo spiegare cosa fare da un americano. Mi chiedo solo perché non abbia avuto lo stesso orgoglio verso i commissari europei che ci insultano ogni giorno», rilancia la Meloni come aveva già affermato alla platea di Atreju.

Steve Bannon, spiega a chi fa orecchie da mercante la Meloni, «sta creando una rete dei movimenti che condividono le stesse idee cioè la difesa di valori come l’identità nazionale, la famiglia, la tradizione. Valori che una certa ideologia globalista vuole spazzare via perché soltanto togliendo di mezzo ciò che ci definisce possono trasformarci in perfetti schiavi consumatori. Noi vogliamo essere parte di questa associazione per ricordarci che in tanti condividono le nostre idee». I movimenti sovranisti hanno la capacità «di collaborare. Il nostro modello di Europa è una confederazione di Stati liberi e sovrani che cooperano su grandi questioni come la politica estera o l’immigrazione, e non sul diametro delle vongole», dice la leader di FdI alla Verità, intervista postata sul suo profilo Fb. Come indicato fin dal titolo della manifestazione sull’Isola Tiberina, “Europa contro Europa”, è stato l’antipasto di una stagione politica cruciale che confluirà nelle  elezioni europee di primavera. Si andrà  va verso un’alleanza tra sovranisti e Ppe? «Il nostro ragionamento – risponde la Meloni, è quello di provare, nel prossimo Parlamento europeo, a essere più forti possibile. Populismo è un’etichetta molto generica: accomuna tutti quelli che criticano l’attuale establishment europeo. Ma populismo è anche Tsipras, quella sinistra che vediamo anche qui fare la faccia feroce alle banche ma che poi è funzionale al disegno della grande finanza; populismo è la melassa grillina che dice di essere contraria alla Unione Europea ma poi tenta di iscriversi al gruppo europeo di Mario Monti, che vota contro Orbán ma anche contro la Le Pen… »

Pertanto,  «Il sovranismo prevede alcune cose precise: la difesa dei confini, della sovranità, della famiglia, dello stato nazionale, della identità. Spero che i sovranisti siano rafforzati e che nel cosiddetto popolarismo possano avere a meglio personalità come Viktor Orbàn, che fa parte del Ppe e con il quale condividiamo molti punti di vista». Il progetto di un movimento sovranista sarebbe aperto anche a Forza Italia?, le chiede la Verità «È aperto a tutti quelli che vogliono condividere una piattaforma di idee e valori. Vogliamo fare un movimento che metta il tema della sovranità, della difesa dell’Italia e della sua libertà al primo posto. Poi i temi come immigrazione, valori non negoziabili, materie economiche, che sono i grandi assenti in questo avvio dell’attività di governo. Nelle politiche del governo manca tutto quello che c’era scritto nel programma di centrodestra. Manca la tutela dell’impresa, la libertà di assumere, la libertà di lavorare. Vediamo provvedimenti economici firmati Luigi Di Maio, come il decreto dignità e anticorruzione, che ricalcano una mentalità, un punto di vista sconfitto dalla storia, come ritenere che facendo la guerra all’imprenditore otterrai più lavoro. Secondo noi il modo per produrre lavoro è mettere chi può assumere in condizioni di farlo, non farlo chiudere. Lo ha capito Bertinotti, speriamo lo capisca prima o poi pure Di Maio».

Arrivano le domande impertinenti: Fusioni con Forza Italia? «Non ci sono possibilità di fusione tra noi e Forza Italia. Ci sono state troppe divergenze tra materie fondamentali. Si possono costruire alleanze, ma non si può pensare a una fusione. Del resto mi pare che non interessi nemmeno a Forza Italia, a giudicare dalle risposte un po’ piccate che ho ascoltato e letto». Con la Lega, allora? «No. La Lega – risponde – si definisce un movimento sovranista, ma ci sono alcune cose che dovrebbe chiarire rispetto a questo tema. Non solo chiaramente i compromessi che è costretta a fare essendo alleata del M5S, perché cosa ci sia di sovranista nel votare per l’ingresso del Fmi, che presuppone all’invio della Troika, o le sanzioni alla Russia. Ma c’è anche un tema che credo che prima o poi vada chiarito: bisogna scegliere tra l’Europa delle nazioni e l’Europa delle regioni. Tra la patria e le patrie. Tra il rafforzamento dello Stato nazionale, con il presidenzialismo, e l’autonomismo spinto. La base del sovranismo è credere nel concetto di patria. La Lega è sicuramente un movimento populista, non so dire quanto sia effettivamente un movimento sovranista perché, ripeto, la base del sovranismo è che bisogna credere nella patria e nell’unità dello Stato nazionale. Lo Stato nazionale oggi, è l’entità politica minima per difendere i popoli dallo strapotere della finanza speculativa. Abbiamo multinazionali che hanno un fatturato superiore al Pil di alcune nazioni. Perché George Soros finanziava l’indipendenza della Catalogna?». Perché? «Perché se tu smembri gli stati nazionali non c’è più difesa. Quindi per me è incompatibile l’idea del sovranismo, dell’autonomismo spinto, con quella dell’indipendentismo».

Commenti

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  • Alessandra Botta 26 Settembre 2018

    Mai sudditi di nessuno brava,Meloni

  • leonardo rocco tauro 26 Settembre 2018

    Solamente la destra può fare questi discorsi. Altri se vorranno avere a che fare con fdi, devono sapere qual’è la storia e il fine della destra sociale, popolare, identitaria e nazionalista italiana dal 1946.
    Adeguamento di altri al nostro progetto politico e ideale. Altrimenti stiano nelle loro case, sulla piazza ci sono altri partiti con poca morale e niente patria.

  • Gabriele Pellegrini 26 Settembre 2018

    avanti tutta!

  • franco prestifilippo 26 Settembre 2018

    Io personalmente, pur non avendo niente contro il popolo francese, sono stanco di prendere pesci in faccia dal sig. Macron o da altri, anche se con modi più “velati” !

  • Fabio 26 Settembre 2018

    MAi sudditi di nessuno , w l’ITALIA anticomunista !

  • Sebastiano 26 Settembre 2018

    Ragionamenti che non fanno una piega se mantenuti con convinzione.