Set 26 2018

Redazione @ 18:48

È morto Luigi Tabone, storico attivista del Msi nei duri anni Settanta

Luigi Tabone se ne è andato martedì 25 settembre, quasi un anno dopo la madre, Gianelia Servida, morta un anno fa, il 16 ottobre del 2017. Luigi, Gigi per gli amici, aveva 61 anni. Ha combattuto fino alla fine, con animo tenace, contro una malattia aggressiva che non lo ha mai domato. Lo prova il ricordo della figlia Diana: “Quando si lotta contro un nemico imbattibile sembra evidente che se ne uscirà sconfitti. Ma io guardo mio padre, che ha lottato, che ancora adesso lotta contro la morfina che dovrebbe donargli, finalmente, una buona morte. Ha combattuto e non con un sorriso; sul suo viso sarebbe stato ipocrita, falso, avrebbe sminuito i suoi sorrisi sinceri. Eppure ha lottato con costanza, ogni giorno, ogni ora, senza un lamento, stoico, caparbio, fermo, e contro un nemico imbattibile. Ed è proprio così che alla fine, ha vinto: vince nella sua coerenza, vince nella sua tenacia, vince nel suo dolore, vince nei suoi valori. Ci sono tanti modi per sconfiggere il cancro, e la guarigione è solo uno di questi.  Mio padre muore, ora, mentre scrivo, e nel contempo vince”.

Luigi era figlio di un’ausiliaria della Rsi, Gianelia e di uno dei fondatori della sezione Msi Marconi di Roma, Attilio Tabone. Sua nonna Luigia, da cui ha preso il nome, aveva fatto la marcia su Roma. Era logico, naturale, che con tale eredità alle spalle anche lui, anche Gigi, si schierasse dalla “parte sbagliata”, che vivesse la sua giovinezza in una ideale trincea, quella definita dal motto “molti nemici, molto onore”. E i nemici non mancavano, nel quartiere Marconi di Roma, dove la sede missina venne fatta esplodere di notte per tre volte in un mese negli anni Settanta. Un quartiere dove la trincea da ideale divenne fisica, materiale, pericolosa. Come tanti adolescenti con le sue stesse idee, dovette cambiare scuola. Gigi vedeva tutto, partecipava a tutto. Condivideva quella rabbia e a quella costanza che poi facevano riaprire la sede, a dispetto di tutto e di tutti. Gigi in quella sezione, tra i manifesti di Ezra Pound e di Giorgio Almirante aveva conosciuto altri militanti come lui, gli amici di una vita che in queste ore si stanno organizzando per andarlo a salutare a Milano come lui aveva chiesto, con un Presente! in forma privata, senza inutili esibizioni, senza intrusi e senza le code polemiche degli schiamazzi antifascisti. In quella sezione che è stata scuola di attivismo per tanti altri ragazzi come lui, Gigi – che aveva frequentato il corso di paracadutismo civile – aveva conosciuto anche Sandro Saccucci, cui è rimasto sempre legato. E Saccucci lo ha voluto salutare su Facebook con queste parole: “Lo ricordo da giovanissimo: attivo credente della Sezione Marconi. Ci siamo rincontrati durante il mio ultimo viaggio in Italia. Poi in contatto via mail. Mi unisco al dolore di tutta la Sezione per la scomparsa del caro Luigi. Giunga ai suoi familiari il mio abbraccio commosso”. Luigi Tabone più che nella politica credeva in alcuni valori che rimangono per sempre scolpiti nelle persone che vi aderiscono, e le accompagnano per tutto l’arco della vita terrena: l’onore, la lealtà, il cameratismo, il patriottismo, il gusto per le sfide impossibili. Gli stessi valori che condivideva con quel manipolo di folli controcorrente con cui difendeva l’esistenza della Fiamma tricolore in una strada di Roma, mentre altri facevano lo stesso nelle strade di altre città. Per questo da loro non sarà mai dimenticato, e ancora per questo sarà di esempio per chi verrà dopo. Ai familiari di Luigi giungano le condoglianze del Secolo d’Italia e della Fondazione An. I funerali di Luigi Tabone saranno celebrati venerdì 28 settembre alle 16,00 presso la Casa Funeraria in Via Corelli 120 a Milano.