Caos Olimpiadi, la Appendino se la dà a gambe. Milano e Cortina restano

20 Set 2018 10:48 - di Eugenio Battisti

Dopo la presentazione ufficiale della candidatura “a due” di Milano e Cortina (definita “la falange” dal governatore del Veneto Zaia) per le Olimpiadi invernali del 2016, parte la ricerca dei fondi tra polemiche e bracci di ferro dopo la “fuga” della sindaca di Torino, Chiara Appendino. Il tempo è poco e la strada in salita: il prossimo 4 ottobre a Buenos Aires il Cio darà il via libera alle candidature e in quell’occasione il dossier italiano dovrà essere dettagliato. Lo stesso presidente del Coni Malagò, che spera «in una soluzione ai tempi supplementari», si mostra scettico sulla vittoria italiana non avendo le necessarie garanzie economiche da parte del governo. Sullo sfondo i maldipancia dei grillini e le critiche per il no della Appendino che spiega con una certo imbarazzo che «Torino non si è tirata indietro, ha chiesto di avere chiarezza su certi elementi. E poi il ticket Milano-Cortina era già pronto in estate quando il Coni pensava che mi sarei sfilata».

Caos Olimpiadi, Cortina e Milano non mollano

«Andiamo avanti con Cortina e Milano, se qualcuno per problemi politici si ritira, è dovere degli enti locali e del governo sostenere chi non lo fa», ha detto Matteo Salvini polemizzando con l’amministrazione di Torino a guida grillina mentre i Cinquestelle difendono strenuamante la scelta di sfilarsi di Torino: «Chiara Appendino non ha alcuna responsabilità sulla mancata candidatura olimpica a tre, questa, infatti, è tutta da addebitare all’arroganza e alla irresponsabilità del sindaco di Milano Sala. Se Milano e Cortina vogliono fare i Giochi dovranno trovare le risorse», dicono i capigruppo 5Stelle di Camera e Senato. A far saltare il tavolo del tridente Torino-Milano-Cortina è stato un fedelissimo di Di Maio, il sottosegretario Simone Valente, protagonista di uno scontro durissimo con il sindaco di Milano, Beppe Sala. Favorevole da sempre al grande evento  Forza Italia: «Avanti tutta con questa candidatura che è un progetto vincente, se il governo decidesse di essere latitante la indebolirebbe», così i parlamentari azzurri Galliani e Marin. Porte chiuse da parte del sottosegretario Giancarlo Giorgetti per il quale la candidatura è «definitivamente tramontata, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda il governo: se vogliono andare in due, devono trovare i fondi»

Sos fondi, Fontana: arriveranno dai privati

Se lo Stato chiude i rubinetti Lombardia e Veneto sono pronti a cavarsela da soli. A Milano e Cortina le risorse arriveranno anche dai privati, coinvolgendo i territori, ne è convinto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: «Sin dall’inizio – spiega al Corriere della Sera – eravamo convinti della necessità di coinvolgere i privati. Un territorio come quello lombardo non può non mobilitarsi attorno a un evento così importante. È già avvenuto per l’Expo: funziona». Poi polemizza con il governo: «Trovo curioso che se eravamo in tre lo Stato metteva le garanzie e in due non le mette più. Una delle prime iniziative sarà quella di creare un fondo di garanzia di 38 milioni, insieme al Veneto, poi vedremo, siamo appena partiti». Quanto alle opere da realizzare «di sicuro non faremo cattedrali nel deserto…».  Piena sintonia con il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che insiste sulla leadership di Milano, «perché ormai le Olimpiadi vengono assegnate sempre a grandi città con forte attrattiva».

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