Cacciatore spara un colpo col fucile e uccide un escursionista di 19 anni

30 Set 2018 17:37 - di Fortunata Cerri

Una domenica di svago ad Apricale in provincia di Imperia si è trasformata in tragedia. Un ragazzo di 19 anni, Nathan Labolani, è stato ucciso da un cacciatore con una fucilata mentre faceva una passeggiata tra i boschi con il suo cane. Ad esplodere i colpi di calibro 300 Magnum che lo hanno raggiunto mortalmente all’addome è stato un giovane cacciatore di 29 anni, regolarmente in possesso di un fucile Winchester. Ora l’uomo è indagato per omicidio colposo e, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe scambiato il 19enne per una preda da cacciare, nel bel mezzo di una battuta di caccia al cinghiale nell’area del rio Merdanzo. Il giovane, come riferisce La Stampa, è caduto a terra con una terribile ferita, con il proiettile che gli ha prima trapassato il braccio per poi conficcarsi nell’addome. Una volta scoperto il tremendo errore, il cacciatore ha chiamato i soccorsi, e sul luogo dell’incidente sono arrivati il 118, il soccorso alpino, i vigili del fuoco, la croce azzurra e i carabinieri. Ma il ragazzo non ce l’ha fatta.

L’Enpa: «Sospendere la stagione venatoria»

Ad intervenire sul caso è stato l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) che, come riferisce Corriere.it ha chiesto al governo la sospensione immediata dalla stagione venatoria 2018-2019 per motivi di ordine pubblico:«Ormai è indiscutibile che nel nostro Paese esiste una emergenza sicurezza è che questa emergenza è legata all’esercizio della caccia. La morte del 19enne, alla famiglia del quale esprimiamo la nostra solidarietà, è solo la punta dell’iceberg di una pratica che ogni anno causa milioni di vittime animali e decine di vittime umane, anche tra gli stessi cacciatori. La situazione è ormai fuori controllo».

Brambilla: «Per la caccia non c’è posto»

«Cordoglio e vicinanza» alla famiglia del giovane escursionista sono stati espressi da Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, che martedì scorso, alla Camera, ha presentato alcune iniziative legislative per limitare fortemente la caccia. «Abbiamo appena finito di denunciare  – ha detto al Corriere – i danni enormi che la caccia infligge al patrimonio naturale del nostro paese e i rischi inaccettabili cui l’onnipresenza delle doppiette nei boschi e nelle campagne, durante la stagione venatoria, sottopone chi vorrebbe semplicemente godersi, in santa pace, l’aria aperta. L’Italia è un paese fortemente antropizzato, per la caccia non c’è posto: possibile che proprio gli amministratori locali non se ne rendano conto?».

 

Commenti

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  • Pino1° 1 Ottobre 2018

    Nei giorni di attività venatoria, i terreni vocati a questa attività sono ‘normalmente’ frequentati da tipi umani che cambiano in ragione delle ore e del clima. Da buio, al sorgere del sole si va alle poste, ai punti di passo e si attendono i selvatici con o senza il compagno fedele-cane- molto spesso insieme ai fungaioli . Sia gli uni che gli altri si identificano subito dai rumori e l’eventuale fischio o colpo di tosse che serve, senza vociare, a far capire all’altro cosa sei a fare e dove sei. Sorta la luce od il sole quella parte di cacciatori col cane da traccia che insidiano specie specifiche come le beccacce rallentano la loro tensione per trasformarsi in gaudenti estimatori delle bellezza del bosco, pronti al tiro ma… rilassati. Tutti sanno che da li in poi cambierà l’umanità che va al bosco. e l’impostazione dell’attività venatoria. Piu o meno dalle nove-dieci arrivano camminatori, raccoglitori, famigliole per il picnic bambini che giocano ecc. Gli esseri umani-si dice- che siano superiori agli animali grazie ala fattore ‘intelligenza’. In tanti anni ho osservato animali che sfoggiavano intelligenza a iosa ed umani che ti facevano dubitare che la loro mamma li avesse cerebrati. Nelle cacciate ai grossi ungulati, spesso imbrancati, tutto è diverso. Quando c’è in atto una ‘battuta’ come ci informa l’articolista probabilmente al cinghiale, altrimenti la carabina ‘di calibro’ resta a casa a favore della canna liscia, vengono rilasciati colpi multipli ? Un cacciatore, se non è impazzito all’istante NON spara nemmeno UN colpo senza avere certezza della preda e di colpirla dove deve. Credo che gli inquirenti avranno da fare per capire quale atteggiamento avesse lo sfortunato colpito. La ‘caccia’ ; nata per mangiare prima dell’apertura ‘delle coop’ è transitata da sostentamento puro a sostentamento e ribellione contro la nobiltà che riservava a se la caccia, per passare mano mano a licenza di venazione di proprietà dello stato che si è sostituito all’antica Reale proprietà ! Non so quanti millenni fa nacque l’uomo, ma so che in quello stesso momento è NATA la caccia ! Oggi la legge dello stato e delle regioni ne da’ contorni canonizzati, rigidi, pesantemente sanzionati in ogni loro deroga, oltre a percepirne congrua dazione. Domenica quanti cacciatori erano in azione? Diecimila?centomila?un milione? Morti 1, perché ?
    Gli errori personali devono essere personalmente assolti, pagati. Gli inquirenti capiranno e chiariranno con certezza i fatti.
    ALTRA COSA una racchia svampita che non se la tr-ops cura nessun essere umano, e trova in gatti e cani morbidezze e valori a lei essenziali; interessatamente sostenuta nell’eterno attacco contro la libera caccia. è un fronte su cui non mi dilungo stante la vomitevole autoreferenziale incaricata che tutti conosciamo. Mi auguro che le molte donne incrociate con doppietta od automatico sulla spalla magari in raffinati 28 o 410 siano anche qui sostenitrici di una nobile tradizione.