Siria, offensiva finale. L’Isis asserragliato al confine iracheno

23 Ago 2018 14:18 - di Giovanni Trotta

Sarà una ”battaglia lunga, difficile” quella che si dovrà combattere contro il sedicente Stato Islamico (Isis) per sconfiggere i jihadisti nella loro ultima roccaforte in Siria. È quanto prevede la Coalizione militare internazionale contro l’Isis guidata dagli Stati Uniti, come ha spiegato a Bruxelles il suo portavoce, Sean Ryan. La Coalizione si sta preparando per l’ultima battaglia per sconfiggere l’Isis nella valle del fiume Eufrate, vicina al confine con l’Iraq, dove si ritiene che si trovino ancora almeno 1.500 jihadisti. “Si prevede una battaglia dura e credo che l’Isis si stia preparando per lo scontro finale”, ha dichiarato Ryan ai giornalisti. ”Sappiamo già che stanno collocando ordigni esplosivi. Ci sarà probabilmente un grande uso di terroristi suicidi”, ha aggiunto, affermando comunque che la Coalizione sconfiggerà l’Isis ”perché abbiamo una forza maggiore e una superiore capacità militare”. I progressi sono stati rallentati a causa della presenza di centinaia di ordigni improvvisati, ha proseguito Ryan. Che poi, a proposito dell’audio diffuso dal fondatore dell’Isis Abu Bark al-Baghdadi, Ryan ha detto: ”Riteniamo che la sua leadership sia irrilevante. Siamo concentrati sulla sconfitta degli ultimi resti dell’Isis. Se lui è nei paraggi o meno, non importa molto”.

La Siria: le armi chimiche le usano i terroristi

Intanto la Siria di Bashar al-Assad contesta “con forza nella forma e nei contenuti” la dichiarazione congiunta di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia che condannano l’uso di armi chimiche da parte di Damasco all’indomani del quinto anniversario dall’attacco chimico contro la Ghouta. Secondo le autorità siriane, si legge sull’agenzia di stampa ufficiale Sana, “l’obiettivo principale è giustificare l’uso di armi chimiche da parte delle organizzazioni terroristiche e protrarre la guerra contro la Siria”. Non solo, Damasco – che ha sempre negato di aver utilizzato armi chimiche – sostiene siano in atto “preparativi” di attacco da parte di “gruppi terroristici armati”. Una fonte del ministero degli Esteri, scrive la Sana, critica i Paesi occidentali, “soprattutto Usa, Francia e Gran Bretagna, che ancora una volta ricorrono a una campagna di minacce, ipocrisia e disinformazione” oltre ad assicurare “sostegno continuo ai gruppi terroristici armati, in particolare Jabhat al-Nusra e le fazioni alleate”. Per la fonte si tratta di una “nuova campagna di minacce” che arriva dopo le “conquiste dell’esercito siriano, dei suoi alleati e delle forze alleate in Siria, che hanno mostrato in modo inequivocabile la sconfitta degli alleati occidentali dei terroristi”. La fonte torna a insistere sul fatto che la Siria “considera immorale l’uso di armi chimiche” e sostiene che il Paese arabo “non possiede armi chimiche”. Damasco continua ad accusare “i gruppi terroristici armati” per l’uso di armi proibite e la fonte punta esplicitamente il dito contro Turchia, Arabia Saudita e Qatar per il sostegno all’opposizione armata. “In questi giorni la Siria ha informato gli organismi internazionali competenti circa preparativi da parte delle organizzazione terroristiche armate per l’uso di gas velenosi in diverse zone della Siria”, conclude la fonte, accusando Usa, Francia e Gran Bretagna di voler “sfruttare come pretesto qualsiasi attacco chimico che queste organizzazioni terroristiche possano portare a termine nei prossimi giorni per un’aggressione contro la Siria, come avvenuto il 14 aprile scorso” con lo strike scattato in risposta all’attacco chimico contro Douma.


Commenti

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  • Francesco Desalvo 24 Agosto 2018

    Armi chimiche di Assad? Invenzione dei “”caschi bianchi”” sostenuti da Obama e purtroppo ancora da Soros. Raccolti umanitariamente (ed internati) da Israele quando il popolo finalmente libero voleva legnarli per benino

  • Giuseppe Tolu 23 Agosto 2018

    Estirpando le radici si seccano pure le foglie. Fatteli fuori tutti, uno per uno, finché siete ancora in tempo