Lollobrigida (FdI) demolisce il decreto “dignità”: «È solo una scatola vuota»

1 Ago 2018 18:59 - di Leo Malaspina

Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei Deputati dal 27 giugno, spiega la posizione di FdI sul dl dignità in discussione in aula.

Onorevole Lollobrigida, perché Fratelli d’Italia sta contestando il dl dignità e voterà contro questo provvedimento?

«Perché in questo decreto non c’è nulla di attinente con la dignità dei lavoratori, tanto che sarebbe stato più corretto chiamarlo ‘decreto Visibilità’: una bella confezione che una volta aperta non è nulla più che una scatola vuota. E’ un provvedimento raffazzonato e ideologico che non porterà nulla di buono. A parole, siamo tutti contro la precarietà, ma poi questa volontà va dimostrata con i fatti e con provvedimenti che incentivano l’occupazione. In Italia non c’è bisogno di un’ideologia sconfitta che pensa che il lavoratore e il datore di lavoro si debbano fare la guerra: chi produce e vuole crescere sa che la sfida è che il lavoratore e il datore di lavoro si prendano per mano. La sfida è libertà, la sfida è togliere i legacci, la sfida è abbassare le tasse».

Cosa vi convince meno di questo decreto legge?

«La totale assenza di alcune proposte che per Fratelli d’Italia sono necessarie: più assumi e meno tasse paghi e la compartecipazione dei dipendenti agli utili. Con Di Maio invece, siamo tornati indietro negli anni, siamo tornati a incentivare lo scontro tra il dipendente e il datore di lavoro. Una cosa fuori dal tempo e da ogni logica. Ma sarebbe riduttivo pensare che il nostro voto contrario sia dovuto solo alla mancanza di questi due concetti. I punti che noi mettiamo in discussione sono tanti, basti pensare ai numerosi emendamenti che abbiamo presentato e che la maggioranza ha respinto».

A Verona, nei giorni scorsi, Giorgia Meloni ha incontrato gli imprenditori veneti che contestano questo provvedimento.

«Sì, siamo stati nel Nord produttivo per ascoltare le loro richieste e il loro grido di rabbia e in autunno Fratelli d’Italia organizzerà un tour nei distretti industriali del Nord e una conferenza programmatica sulla produzione tradita in Italia. Dal governo, le imprese si aspettavano qualcosa di diverso, non certo un decreto che sembra essere stato scritto in una sezione del PCI negli anni ‘80».

 Ma Fratelli d’Italia è o no favorevole ad una semplificazione che renda le imprese meno schiave della burocrazia?

«Assolutamente sì. FdI, in linea di principio, è favorevole a tutti quei provvedimenti che semplificano la vita alle imprese e ai cittadini che si trovano a spendere sin troppo tempo con i tanti adempimenti che la burocrazia oggi gli pone come ostacoli. Ma questa semplificazione non deve tramutarsi in una riduzione dell’impegno del governo nella lotta all’evasione fiscale. Per quanto riguarda il merito del provvedimento, le ventilate abolizioni del redditometro e dello spesometro si sono rivelate un nulla di fatto, trasformandosi in qualche limitata modifica e in uno spostamento delle scadenze degli adempimenti».

Quale è la vostra posizione sul cosiddetto ‘split payment’?

«FdI è favorevole alla sua abolizione non solo per i liberi professionisti, ma anche per le piccole e medie imprese. Ritiene inoltre importante l’introduzione di meccanismi di “sterilizzazione” per le altre imprese, in quanto, lo split payment è una misura che crea e aggrava la situazione di mancanza di liquidità nel breve termine per aziende e professionisti. Già nella passata legislatura, Fratelli d’Italia aveva presentato due proposte emendative per lo stralcio di questa dannosa norma a carico delle Pmi, microimprese e professionisti, ma siamo stati lasciati soli in questa battaglia. Il provvedimento del governo è poco coraggioso e limitato a una platea ristretta di contribuenti. Siamo comunque soddisfatti del fatto che, anche altre forze politiche, seppur con colpevole ritardo, siano venute almeno in parte sulle nostre posizioni. Rimane grave l’aver escluso dal provvedimento le Pmi e non aver sterilizzato il meccanismo per le altre imprese».

 Sulla flat tax e sui voucher quale ritiene sarebbe stata la soluzione da adottare?

«Per noi la soluzione sarebbe stata adottare subito la flat tax al 15% sui redditi incrementali: è una norma che non costa niente e avrebbe consentito di rilanciare l’economia e l’occupazione. Sui voucher, invece, noi siamo favorevoli alla loro reintroduzione. Abbiamo formalizzato in Parlamento questa proposta con gli emendamenti al decreto dignità ma il governo ha detto di no. Assurdo».

Commenti

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  • Di Piazza Salvatore 2 Agosto 2018

    Corporativismo, socializzazione, etica del lavoro, etica dello stato, superamento del salario, l’uomo umano, il sindacalismo rivoluzionario etc.,etc. Vecchie idee ad oggi le più moderne che l’uomo della lega probabilmente nemmeno conosce. (Nessuno più a destra di noi nessuno più a sinistra di noi)

  • Del Mondo Raffaele 1 Agosto 2018

    Fino a quando permetteremo all uomo della Lega di svendere il patrimonio del Cdx a favore delle stelline? Cordiali Saluti