Lo Stato “premia” Salvo Riina jr, il figlio del “capo dei capi”: buona condotta

8 Ago 2018 14:25 - di Redazione

Buona condotta, permesso premio per lui. Giuseppe Salvatore Riina, “Salvo”, il figlio del Capo dei capi della mafia morto lo scorso anno, il rampollo del boss mafioso che per cinque anni aveva vissuto a Padova in regime di sorveglianza speciale, dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa, può allonanarsi per la prima volta dal veneto nonostante solo qualche mese fa si era scoperto che la mattina collaboraca con una Cooperativa e la sera frequentava  pregiudicati e tossici. In quella occasione gli erano stati revocati i benefici della sorveglianza speciale ed era stato spedito in una casa lavoro, a Vasto, in provincia di Chieti, dove è recluso da quasi nove mesi.

Come informa il Corriere del Veneto, Riina jr ha ottenuto dal giudice la possibilità di trascorrere una giornata fuori dalla struttura detentiva. “Le sue prime 24 ore di libertà le ha quindi consumate di una comunità della zona, per poi tornare regolarmente nella casa lavoro”, scrive il quotidiano. In Veneto, al suo arrivo, Riina aveva trovato lavoro in una Onlus e aveva scritti un libro in difesa del padre, con un’ospitata da Bruno Vespa che aveva provocato grandi polemiche.

In quell’occasione il conduttore di “Porta a Porta” si era difeso sostenendo che «tutti i capi mafia sono stati intervistati, Biagi ha intervistato Luciano Liggio e Sindona. Joe Marrazzo ha intervistato Piromalli e Cutolo. Non hanno risparmiato nessuno. Vespa intervista il figlio di Riina, non il boss Riina, e succede tutto questo bordello. Lascio a voi il commento».

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