Il lido sul Tevere? Spunta un “patto” tra la Raggi e i rom: «Zorro ci protegge…»

6 Ago 2018 12:56 - di Lucio Meo

“Zorro” veglierebbe sul lido sul Tevere, i nomadi della zona avrebbero dato il via libera alla spiaggia, i rom avrebbero benedetto l’iniziativa del sindaco Virginia Raggi e si sarebbero impegnati a non disturbare i bagnanti. L’incredibile retroscena è svelato dal Messaggero, secondo cui la spiaggia sul fiume – modello Senna a Parigi – nascerebbe da un patto scellerato con la comunità di nomadi della zona, altrimenti non sarebbe stato possibile portare avanti il discutibile progetto.

«Non servirebbero neanche gli agenti della polizia locale (indispettiti dal nuovo compito che gli è piovuto addosso) a proteggere il piccolo stabilimento “Tiberis” proprio sotto al ponte Marconi. Ci pensano i rom, gli stessi nomadi che, ai tempi della bonifica dell’area, furono allontanati dalle capanne di fortuna innalzate tra i canneti», scrive il quotidiano romano, che fa parlare una delle responsabili del progetto, Simonetta De Ambris: «Ci siamo raccomandati a Zorro. Si tratta del “capo” di un gruppo di rom che da anni vivono accampati a pochi passi dallo stabilimento, in vicolo Nicola Savini, e che si è messo a disposizione del Comune di Roma per  proteggere” la spiaggia». «Un rom, diciamo particolare, che si è presentato quando stavamo facendo i lavori – racconta la De Ambris – ce ne hanno parlato come fosse il capo del campeggio», (ovvero dell’insediamento abusivo che sorgeva proprio dove oggi ci sono venti ombrelloni e quaranta lettini prendisole) e che affittava illegalmente le capanne. È venuto a vedere cosa facevamo nella sua area» continua al Messaggero la dirigente. Quindi la spiaggia la controllano i rom? «E certo» risponde lei. Magra consolazione: non ha chiesto soldi…

«Apprendiamo dagli organi di stampa, come appartenenti alle istituzioni avrebbero stretto un accordo con un esponente della Comunità Rom noto alle cronache con il soprannome di “Zorro”, per garantire la sicurezza sulla spiaggia sul Tevere nota come ” Tiber Beach”, di recente inaugurazione. Nel rammentare come la
Polizia Locale di Roma Capitale, sia stata in passato impegnata nel ripristinare la legalità in complesse operazioni, non possiamo non considerare gravissimo, delegare a soggetti non pubblici attività di vigilanza e sicurezza, specialmente ove non si tenga conto dei requisiti, giuridici e morali delle persone coinvolte», attacca Marco Milani, Coordinatore Romano della UGL Polizia Locale. «Nel ribadire che ove confermato, saremmo in presenza di un episodio gravissimo che rappresenterebbe uno schiaffo al lavoro dei caschi bianchi romani, l’ Organizzazione Sindacale scrivente, non puó che auspicare un immediata smentita da parte di Roma Capitale», conclude Milani.

Commenti

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  • ROBERTO SCANNAPIECO 7 Agosto 2018

    Sì, ma qual è il patto ?

  • Pino 1° 7 Agosto 2018

    Siamo stati trasformati in un paese con il freno a mano tirato, checche, ominicchi, femminielli . Gli unici che fanno paura sono i negri perché loro picchiano duro e noi stiamo a farci le pippe con la polizia che viene mandata per strada a farsi accoltellare e se mette due manette c’è il solito str… di turno che filma dicendo poverino che ti ha fatto di male.. Ormai dovremmo randellare per primi gli italiani che vilmente non intervengono a prescindere a favore della polizia e si azzardano senza sapere nulla a distribuire il pietoso brodo del coglione in transito!! farsi proteggere dai rom? Credibile se la magistratura romana (il porto delle nebbie) fa come le tre scimmiette:Non vede, Non sente, Non parla ! Che magistratura dimme….!

  • Laura Prosperini 6 Agosto 2018

    ci mancherebbe altro…
    ma come da un lato giustissimi sgonbri dei campi rom
    e poi vai a chiedere protezione (??? non sai mantenere l’ordine???)
    ai rom????
    ma cosa succede….
    speriamo solo che non sia vero, sembra incredibile e nel caso, molto grave.