Giallo sulla salute del Dalai Lama. Il successore sarà una donna?

11 Ago 2018 18:14 - di Penelope Corrado

È giallo sulle condizioni di salute del Dalai Lama. Alla notizia della sua malattia, che lo farebbe vedere quasi in punto di morte, immediata è giunta la smentita con tanto di calendario di eventi e manifestazioni, pubblicato online, a cui il Dalai Lama deve partecipare. Illazioni, annunci e smentite sulla salute del Dalai Lama si susseguono da tempo, aprendo l’importante questione sulla sua successione. Chi dovrà guidare spiritualmente i tibetani? La reincarnazione del 14° Dalai Lama deve essere per forza un uomo? No, non è detto. Ed è stato lui stesso a dirlo più volte, nell’arco della sua vita: «Tutto è possibile, nella ricerca del prossimo Dalai Lama non si può escludere la possibilità di trovare una donna». E ancora, un’altra volta sottolineò ironicamente che se fosse stata una donna ad incarnare il suo spirito doveva essere «molto bella, altrimenti sarebbe inutile», ma allo stesso tempo evidenziò anche come le donne abbiano una maggiore capacità «biologica di mostrare affetto e compassione». Più volte Tenzin Gyatzo si è professato pubblicamente convinto «femminista e in lotta per i diritti delle donne».

La successione del Dalai Lama è una questione politica

Ma anche sulla sua successione in sé è giallo. Il 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, 83 anni, premio Nobel per la pace nel 1989 si rifugiò a Dharamsala, in India, nel marzo 1959 insieme al governo tibetano in esilio, a seguito della fallita ribellione contro l’invasione cinese in Tibet, e ha guidato politicamente e spiritualmente il suo popolo, fino al 2011 quando ha ceduto il potere politico ad un primo ministro laico eletto dai tibetani. Nelle sue mani, in realtà, ora, è rimasta solo la guida spirituale fondata sulla non violenza e sulla compassione per tutti. Conscio del profondo cambiamento dei tempi e della necessità di apporre delle modifiche nel sistema politico tibetano, nel 2014 è arrivato a ipotizzare la fine dell’istituzione della figura del Dalai Lama alla sua morte terrena, ed aveva invitato i monaci a non cercare la sua reincarnazione. Non avere il 15° Dalai Lama porterebbe a fermare il tempo del Tibet all’era del 14°, bloccando anche i tentativi cinesi di trovare un successore a loro gradito e non la reale sua reincarnazione.

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