Trapani, la polizia a bordo della nave Diciotti, manette ai facinorosi?

11 Lug 2018 19:05 - di Paolo Lami
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Finisce in manette l’avventura degli immigrati facinorosi che hanno minacciato l’equipaggio della Vos Thalassa, il rimorchiatore in servizio alle piattaforme marine petrolifere della Total che ha salvato 67 extracomunitari di fronte alle coste libiche? Gli agenti di polizia sono saliti a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana che era stata costretta a intervenire velocemente dopo l’allarme lanciato dal comandante della Vos Thalassa battente bandiera italiana per le gravi minacce e intimidazioni perpetrate da alcuni immigrati contro l’equipaggio che dirigeva verso la Libia.
intervenuta.

La Cp941 Ubaldo Diciotti, che stava facendo rotta verso il porto di Trapani e che avrebbe dovuto attraccare in serata è stata raggiunta da personale di polizia e da uomini della capitaneria di Porto intervenuti, per raccogliere elementi da riferire all’autorità giudiziaria, dopo le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Se su quella nave c’è gente che ha minacciato ed aggredito non saranno persone che finiranno in albergo ma in galera: quindi non darò autorizzazione allo sbarco fino a che non avrò garanzia che delinquenti, perché non sono profughi, che hanno dirottato una nave con violenza, finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese».

L’operazione per attuare controlli degli immigrati e la loro identificazione è stata condotta quando ancora la nave non aveva attraccato al porto di Trapani e l’approdo è stato posticipato. la posizione del Viminale non cambia e la nave potrebbe alla fine sbarcare a Trapani domani mattina.

E’ compatta la posizione del governo da questo punto di vista: Salvini si è visto stamattina con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per fare il punto sulla situazione immigrazione prima che il titolare del Viminale raggiungesse Innsbruck dove stasera è previsto l’incontro con i colleghi europei, e hanno confermato entrambi che non c’è dissonanza sulla strategia da adottare per gestire i flussi migratori che l’Italia è stata costretta a fronteggiare quasi in piena solitudine. Così come non c’è dissonanza sul caso Von Thalassa. Anche il ministro della Difesa, Trenta e quello degli Esteri, Moavero, hanno confermato che la posizione del governo è univoca.

«Prima di concedere qualsiasi autorizzazione – aveva avvertito Salvini – attendo di sapere nomi, cognomi e nazionalità dei violenti dirottatori, che dovranno scendere dalla nave Diciotti in manette».

Commenti

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  • Pino1° 12 Luglio 2018

    Questo è l’atteggiamento giusto e tv a riprendere, l’uno o alcuni che una volta messo piede su una nave e impongono con la violenza l’uso, rotta e destinazione di una nave comandata da un rappresentate della proprietà! Entrare, dopo un ammutinamento, su una nave di fatto sequestrata in un paese che non è il loro dà l’immagine precisa della fetenzia che entra nel paese! Deve per altro insegnare a qualunque comandante di nave, non sua, ad avere cautela nell’azione di trasferimento di migratori da mare su natante di qualunque natura e genere! Dal momento che non sono naufraghi, che nuotano od annaspano in mare ma gente che volontariamente ha pagato qualcuno ed ha preso il mare incautamente! I nostri migranti pagavano i piroscafi di linea, andavano in quarta classe, e quando arrivavano lo facevano per lavorare in paesi in cui contribuivano alla crescita senza sequestrare capitano,equipaggio,nave !

  • Ivan Italico 11 Luglio 2018

    In Africa investono molte compagnie europee (francesi, tedeschi, danesi, olandesi ecc), molte compagnie dell’estremo oriente (Cina, Giappone ecc.), i soliti americani e altri.
    I governi africani sono corrotti all’interno, e molti sono i burocrati africani che svendono le proprie nazioni a queste compagnie.
    Devono “bonificare” intere aree per permettere a queste compagnie di svolgere i propri schifosi interessi.

    Ruotano miliardi attorno a questi affari in Africa, tanti ma tanti miliardi, una cifra sconosciuta ma che supera la massima che io riesco a concepire.

    Allontanare le popolazioni residenti è necessario per gli affari di queste multinazionali.
    E dove mandare i reietti?
    All’estero, cioè in Italia dove vengono ben accolti da chi lucra 35 euro al giorno per ogni reietto.

    È un ottimo sistema per i governi di queste nazioni africane per evitare di doverli mantenere, infatti li fanno mantenere a noi.

    I “buonisti” o hanno subíto un lavaggio del cervello, oppure sono complici di questo enorme scandalo.

    I “cattivi” tra i quali ci metto Matteo Salvini (e mi ci metto anch’io) fanno quello che possono per arginare questa migrazione/invasione studiata a tavolino per i porci comodi di queste compagnie e di questo “modello di sviluppo deviato”.