Open Arms, smentita anche dalla Libia, fa dietrofront: niente denunce all’Italia

22 Lug 2018 20:26 - di Paolo Lami

Per un po’ di visibilità a buon mercato cosa non si farebbe. Lo sa bene la Ong spagnola Open Arms che, sotto un diluvio di smentite – l’ultima in ordine di tempo è quella della Libia – è costretta a fare un penoso dietrofront sulla questione degli immigrati  e ad ammettere che non ha presentato alcuna denuncia in Spagna contro l’Italia e la Guardia Costiera italiana come, invece, era stato annunciato ieri, per omissione di soccorso nei confronti del gommone trovato semiaffondato a 80 miglia dalle coste libiche e su quale si trovavano una donna e un bimbo morti annegati, e un’altra donna, la camerunense Josefa, salvata e ora ricoverata a Palma.

«Visto quanto riportato oggi su diversi organi di stampa – fa sapere “Open Arms” – ci preme precisare che nessuna denuncia e` stata presentata nei confronti del Governo italiano né della sua Guardia Costiera».

Una precipitosa e imbarazzante retromarcia che il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accoglie così su Facebook, con ironia: «Contrordine compagni! La Ong “Open Arms”, dopo aver sottoposto una naufraga a quattro giorni di navigazione portandola in Spagna (nonostante avessimo dato disponibilità di attracco, per assistenza e cura, in un porto siciliano), dichiara adesso di non aver presentato alcuna denuncia contro il governo italiano…».

«Nel frattempo, – rivela Salvini – altri 40 immigrati salvati e riportati in Libia dalla Guardia costiera di quel Paese. Se i governi fanno il loro dovere, il business schifoso dell’immigrazione clandestina verso l’Italia e verso l’Europa si può fermare. Volere è potere, io ce la metto tutta».

Proprio stamattina, infatti, la Guardia Costiera libica ha rivelato di aver intercettato ieri un barcone con 40 immigrati a bordo – 31 uomini, 8 donne ed un bambino – davanti alle coste della città di Zuwara, diretto in Europa. Gli immigrati,, provenienti dal Marocco, Egitto, Siria e Nigeria, sono stati trasferiti in una base navale a Tripoli.

Ma Open Arms, non contenta delle smentite che ha dovuto incassare ieri scantona e cerca altri bersagli, magari più facili dell’Italia e della sua Guardia costiera che, in questi anni, si sono prodigate senza sosta per salvare vite umane e fermare il business della tratta degli esseri umani nel Mediterraneo: «in relazione ai fatti avvenuti durante l’intervento di salvataggio compiuto il 17 luglio 2018, il direttore e fondatore di Proactiva Open Arms, Oscar Camps, e molti dei volontari presenti a bordo della Open Arms durante l’ultima missione, hanno presentato presso la Procura di Palma di Maiorca, una denuncia contro: il Capitano della motovedetta libica 648 ”RAS AL-JADAR” MMSI 642124567, membro della Guardia Costiera libica e il comandante di eventuali altre imbarcazioni libiche intervenute in quelle stesse ore, per omissione di soccorso e per avere causato la morte di due persone».

Altra denuncia, scrive la Ong spagnola nella nota, ha riguardato «il Capitano del mercantile ”TRIADES”, IMO n°9350082, battente bandiera panamense, per omissione di soccorso e omicidio colposo» e «chiunque abbia responsabilità dirette o indirette o sia stato coinvolto a qualunque titolo nell’aver determinato gli esiti di quell’evento drammatico». «Saranno ora le autorità giudiziarie spagnole a valutare, in base agli elementi da noi forniti, in che modo dare seguito alla denuncia presentata», conclude Open Arms.

Reagisce lo Stato maggiore navale libico. E, dopo le smentite di ieri del governo italiano e della Guardia Costiera italiana rispetto alle farneticanti ricostruzioni dell’Ong Open Arms, nega recisamete le ricostruzioni della Organizzazione non governativa spagnola: «smentiamo e rigettiamo categoricamente le calunnie» denuncia lo Stato maggiore libico in un comunicato affermando inoltre che «è illogico che una pattuglia salvi 165 migranti e lasci due donne e un bambino mentre sono usciti solo per salvarli» chiedendo, altresì, «una Commissione d’inchiesta neutrale» sulla vicenda.

 

Commenti

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  • Marco Frigerio 24 Luglio 2018

    =Non ne fa mistero Carmelo Zuccaro, il procuratore capo di Catania che a partire dalla scorsa primavera ha incominciato a indagare su presunte collusioni tra Ong e il traffico di esseri umani quando, in occasione del convegno di Magistratura per la democrazia, traccia il quadro di quali siano oggi le problematiche che l’Italia incontra nel contrasto giudiziario al traffico organizzato dei migranti: «Va debellato in Libia, ma non basta la nostra collaborazione con questo Paese. Negli ultimi mesi abbiamo assistito alla proliferazione dei centri di raccolta pieni di migranti pronti a partire e che vanno in pasto alle Ong».
    Organizzazioni che secondo Zuccaro favoriscono il traffico proprio a causa della loro presenza serrata a ridosso delle acque libiche e spiega anche perché: «Le navi stazionano sempre più a ridosso della linea d’acqua libica per cui gommoni scadenti, spesso di fabbricazione cinese, possono essere mandati alla deriva anche senza scafisti, ma solo con i cosiddetti facilitatori mentre lo scafista spesso è uno dei migranti a bordo». È così che il pm catanese si spinge a monte di quel che succede prima dell’imbarco specificando che «la rete è più fitta e organizzata di quel che si crede perché coinvolge anche le organizzazioni criminali presenti sul territorio dei Paesi da cui provengono i migranti. Occorre quindi individuare chi interviene nelle fasi iniziali: coloro che vengono contattati dai migranti nei Paesi d’origine e di transito, per arrivare sino in Libia».= Naturalmente in questo caso un procuratore capo dicendo cose a “vanvera” deve essere degradato e messo alla berlina, vero ? La verità non è mai bianca o nera come pensate voi, in mezzo ci sono decine di tonalità grigie.

  • Pino1° 23 Luglio 2018

    Partita una doppietta, pregasi cancellare !!!!!! puo’ capitare !

  • Pino1° 23 Luglio 2018

    L’Italia lascia correre? Settimane di vilipendio alle forze armate ed al Paese non meritano azioni ?
    Signori ministri interessati per competenza, tutto tace? Si sta preparando l’accusa relativa ai membri delle ONG? L’atteso coinvolgimento della magistratura italiana da mettere sotto osservazione?l’accosto in mare aperto in acque nazionali oppure nelle Libiche per verificare se sono in grado d’effettuare il recupero dei richiedenti trasbordo mentre arrivano le motovedette libiche? Salire a bordo e fare ispezione a nave, equipaggio, assicurazioni anche contro e/o favore terzi? Abilitazione Certificato professionale di trasporto o recupero in mare per barca e operatori? Gommoni, barche, isole galleggianti, zattere ds, individuali ecc? Certificazioni rina o equipollenti dei paesi d’origine, Presenza a bordo di oppiacei, eventuali medici presenti hanno la certificazione per operare in nave, se non hanno il brevetto e libretto di gente di mare, no? Questo è solo un accenno di quello che deve essere una radiografia in mare a quei scorritori, da usare per i loro traffici di carne umana?
    Uvee mattacchioneeee che ..zzo fai…. non ti cale l’offesa al paese sulla traballante sedia in cui ti hanno messo? non preoccupa la mafia della tratta umana !!! EEE, vero?
    Che prete vai a visitare stavolta? Tippoliii bel suol d’amore.. alè mattacchione la mafia non esisteee!!