Marchionne, il manager globale che ha portato la Fiat nel futuro

22 Lug 2018 13:07 - di Tito Flavi

«Sergio non tornerà più, è stato il migliore»:  questo il triste annuncio che il presidente della Fca, John Elkann, ha fatto oggi in una lettera inviata ai dipendenti Fca,del gruppo dopo la diffusione della notizia dell’aggravamento delle condizioni di salute di Marchionne. Elkann lo  ha definito «manager globale» e «leader illuminato». Per la famiglia Agnelli l’opera di Sergio Marchionne rappresenta un valore del tutto speciale perché parliamo  dell’uomo che ha salvato e cambiato la Fiat portandola nel futuro.

Manager decisionista e stakanovista, con una passione per le Ferrari, acquistate di tasca propria, e la musica lirica, Marchionne nei 14 anni in cui è stato alla guida del gruppo ha fatto triplicare i ricavi. Il suo vezzo, ormai diventato “mitico” è quello di presentarsi persino alla Casa Bianca o al Quirinale con un informale maglioncino scuro, diventato il simbolo di un’era come fu l’orologio sopra il polsino di Gianni Agnelli.

Ma, al di là delle sorti della Fiat, Marchionne è una figura simbolo delle trasformazioni stesse del capitalismo industriale avvenute nell’ultimo quindicennio. Un capitalismo, quello di Marchionne, costantemente proiettato a conquistare (e difendere) quote di mercato su scala mondiale puntando sull’innovazione e sulle economie di scala.  Un capitalismo anche (e per tale motivo) insofferente ai riti della contrattazione sindacale. Di qui  il  fatto che Marchione sia stato a lungo una sorta di “bestia nera” per la vecchia sinistra dei Landini e delle Camusso.

Marchionne è nato a Chieti il 17 giugno 1952. Dopo l’adolescenza in Abruzzo, seguì la famiglia in Ontario, dove si era già stabilita una zia materna. In Canada Marchionne ottenne la laurea in filosofia presso l’Università di Toronto, seguita da una laurea in legge alla Osgoode Hall Law School of York University e quindi un Master in Business Administration presso la University of Windsor. Dopo avere esercitato la professione di procuratore legale, Marchionne entrò nel 1983 in Deloitte Touche come avvocato commercialista ed esperto nell’area fiscale, primo passo di una carriera che nel 2000 lo portò in Svizzera alla carica di A.d. del Lonza Group. A portarlo sotto i riflettori il successo ottenuto nel risanamento di Sgs, colosso elvetico nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, di cui divenne amministratore delegato nel 2002. I risultati ottenuti in Sgs – che fra i suoi clienti aveva proprio Fiat – lo portarono all’attenzione del Lingotto, alle prese con la crisi aggravata dalla scomparsa di Gianni Agnelli. Da allora ad oggi, la via di Marchionne è stata all’insegna della sfida vincente e del successo di mercato.

 

 

Commenti

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  • Mariano Cianotti 25 Luglio 2018

    Rimpiango l’uomo e il Manager. Persona di aperte vedute, competente, capacitá manageriale, senso di responsabilitá e serietá . Ha fatto molto per il gruppo FIAT e per tutti quelli che da lui hanno tratto un insegnamento. Quando un uomo cosi se ne va é sempre una grande perdita, per tutti !!

  • Pierino 23 Luglio 2018

    Purtroppo spero sempre nella provvidenza che un uomo di tale statura e intelligenza non lasci questo mondo.A tutti i detrattori (in particolare i sinistrorsi),che per ignoranza e malafede continueranno a denigrarlo, io come italiano, orgogliosamente dico che in Italia ci fossero 1..100…1000 di questi personaggi.

  • Carlo Cervini 23 Luglio 2018

    Marchionne Santo Subito……………non solo per aver portato Fiat al livello della competizione mondiale dei mercati, ma per aver dato un calcio nei fondelli alla Confindustria dei Montezemolo e della Marcegaglia, alla FIOM di Landini che comandava in fabbrica e alla CGIL della Camusso che ostacola da sempre il mercato, la competitività e l’impresa privata. Per l’Italia una perdita enorme, a prescindere dalle fortune del Gruppo Exor.

  • DE ANGELIS ABRAMO 23 Luglio 2018

    Nonostante tutto rimane un grande manager che ha salvato Fiat altrimenti a quest’ora non avremo neanche quel poco che ci e’ rimasto in Italia, ci avevano gia’ mangiato tutto. Ha fatto quello che il mercato chiedeva con le leggi che abbiamo in Italia e che i precedenti governi avevano assecondato.

  • Ben Frank 23 Luglio 2018

    Però, come cambia il mondo! La destra nazionalista che fa il peana a un canadese mondialista, che ha deindustrializzato l’Italia, trasformando il più grande gruppo industriale del paese in una multinazionale con sede in tre stati esteri… Le ossa della “buon’anima” staranno facendo carambola nella tomba!

  • 22 Luglio 2018

    Mi dispiacerebbe molto, Mr. Marchionne became the symbol for Ferrari and Fiat his guidance and knowledge will be missed!! Good luck!!