Lega, l’Anm strilla alla lesa maestà: incostituzionale rivolgersi a Mattarella

5 Lug 2018 16:39 - di Paolo Lami

«Sarà Mattarella a decidere se ci sono in ballo la libertà di espressione e la democrazia o se è tutto normale». Il segretario della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, chiede ufficialmente un incontro al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella dopo la decisione della Cassazione sul sequestro dei conti della Lega, dovunque essi siano per recuperare 49 milioni di euro defraudati imputabili all’ex-segretario Bossi. Ma i sindacalisti dell’Associazione Nazionale Magistrati, insorgono strillando alla lesa maestà: «E’ incostituzionale».

Replica Salvini, per nulla intimorito dai sindacalisti delle toghe che alzano la voce: «Parlerò con Mattarella. Che io non possa parlare con il presidente della Repubblica mi sembra una cosa bizzarra. E’ il garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini».

Il ministro dell’Interno ci tiene, tuttavia, a fare alcuni distinguo: «Rispetto il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici italiani, che al 99% fanno beneobiettivamente e senza pregiudizi, il loro lavoro ma parlerò con Mattarella del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa con cui io non c’entro nulla».

«Se qualcuno dieci anni fa ha speso in maniera errata 300mila euro e verrà condannato in via definitiva – dice Salvini – di quei 300mila euro, anche se non c’entro nulla, sono personalmente disposto a farmi carico. Se questo significa attaccare politicamente un partito che sta conquistando la fiducia degli italiani ne parlerò con Mattarella: penso sia ancora permesso che il vicepremier possa parlare con il suo presidente della Repubblica. Starà a Mattarella decidere se c’è in ballo la libertà d’espressione o la democrazia».

«Milioni di italiani perbene si riconoscono nell’azione della Lega, – rincarano la dose i capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, Romeo e Molinari – Mettere fuorilegge un partito per (eventuali) errori di altri risalenti a 10 anni fa non garantisce quello spirito di democrazia, libertà e partecipazione popolare su cui si fonda la nostra Costituzione e la nostra vita sociale. Ne parleremo col garante di questa Costituzione, col Presidente della Repubblica, nel pieno rispetto dei tanti giudici, la stragrande maggioranza, che svolgono bene e con imparzialità, la loro funzione».

«Tutti devono potersi difendere fino all’ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica», dice, da parte sua, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta la vicenda.

I sindacalisti della magistratura sono furibondi. E attaccano a testa bassa la Lega: «i magistrati non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia o alla Costituzione, nè perseguono fini politici – dicono – Evocare un possibile intervento del capo dello Stato nella vicenda risulta essere fuori dal perimetro costituzionale».

«E’ fuori da qualsiasi parametro costituzionale il tentativo da parte della Lega di coinvolgere il presidente Mattarella in una vicenda giudiziaria che la riguarda», aveva detto ieri in serata l’ex-presidente dell’Ann, Eugenio Albamonte, attuale componente del “parlamentino” delle toghe, il Csm, come esponente di Area, la corrente di sinistra della magistratura: «Sembra di tornare al passato – aggiunge – quando la fibrillazione tra politica e magistratura era all’ordine del giorno e non ha mai portato a nulla di buono”.

«Non si tratta di un processo politico. Come non lo sono i procedimenti fatti dalla procura di Genova per fatti che coinvolgevano esponenti di altri partiti – aveva detto ieri, in serata, il procuratore di Genova Francesco Cozzi – Qui è parte civile il Parlamento italiano. Si tratta solo di problemi tecnici, procedurali. Per questo ci siamo rivolti alla Cassazione, perché i nostri uffici seguono la vicenda esclusivamente sotto un profilo tecnico».
Dal Csm bocche cucite sulla sentenza della Cassazione sui fondi del partito e sui suoi risvolti. Ma a Palazzo dei Marescialli si è tenuto un confronto al termine del Plenum, durante il quale, a è stata espressa «seria preoccupazione» per parole e toni che vengono ritenuti «non accettabili».

Quanto ai prossimi sviluppi giudiziari, li spiega lo stesso procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi: «la decisione diventa eseguibile a condizione che la sentenza del Riesame segua il principio affermato dalla Cassazione». Ma il Riesame non ha ancora fissato, al momento, una data per la discussione.

Commenti

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  • Pino1° 6 Luglio 2018

    Correa l’anno del signor 2012, in un campo romano ove, fra lusi ed ombre e bianchi riflessi sulla via di parisi, tracciata netta, per lunga e impervia meta, vennero in cerca, a rotelle, di dobloni conto, e cerca cerca, distratti raccoglitor di margherite, venti ne contarono, no, ventidue, cinquanta eran poi ! Si, i sinistri fior di margherita s’accompagnarono di sinistri quieti sceriffi e andarono tranquilli per le loro via che la sinistra bottega era protetta da ripartite brame! Nè furon scandoli, che’ lo sceriffo di Notthingam non lo volea ! Stretta la foglia lunga la via se li fotterono e così sia !

  • doriana santinato 6 Luglio 2018

    le signore teghe rosseggianti quando indagheranno il bombarolo fiorentino e il pd, chiedendo la restituzione degli oltre 80 milioni per il jet privato che il fonzie usava per andare in giro a fare soltanto danni?due pesi due misure……

  • Roberto Bello 5 Luglio 2018

    Se Salvini ha, anche piccolo, acume politoco (e ne ha) sa bene quel che, Don Abbondio Mattarella, farà. Chi pensa che per stare meno peggio occorra chinar ancor più la testa, non ha che un dubbio: chi sia più forte e come barcamenarsi.
    Lo scopo, vero, di Salvini è, come sempre, l’altro: far aprire gli occhi a chinon vede.

  • Pino1° 5 Luglio 2018

    Guarda guarda le toghe rosse abbaiano e guaiscono per un calcio in c..o che prendono? A causa della guerra fra bande in Anm, e addirittura mette petto in fuori il’PARLAMENTINO delle toghe rosse? ‘ che scuote l’Italia da decenni facendo politica con i loro lobbisti buttati dentro da Scalfaro in poi e dai presentati da PCI/PD? Non gli basta che, Mattarella Sergio classe ’41 sia egli stesso un uomo di legge, un magistrato anch’esso e, sopratutto con titolo e ruolo COSTITUZIONALE in qualità di Presidente della Repubblica italiana cui fa capo ”come garante degli equilibri costituzionali”?che da articolo 87 Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, massimo organo per intervenire (ammesso che lo faccia) sull’argomento? A mio avviso, pur non piacendomi questo presidente, è lo stesso IL MIO presidente che egli mi piaccia o no, le regole della democrazia sono queste e se si esce da esse probabilmente le cagnette guaenti in breve smetterebbero di guaire! Che una banda di persone pericolose per lo stato Italiano, per il ruolo che svolgono come facenti parte di: ORDINAMENTO DELLO STATO, quindi ordinati all’interno del loro perimetro e non ordinanti, vogliano mettere sotto pressione il capo dello stato è cosa della massima preoccupazione al limite, forse ma anche si, dell’attentato alla repubblica. Dimenticano forse questi agit prop che le italiche leggi traggono origine dal mondo delle leggi romane, dimenticano forse che anche il più umile dei ‘cittadini romani’ ,solo duemila anni fa aveva diritto di essere ascoltato e giudicato da Cesare? Quanta inutile strada hanno fatto questi ragazzetti !