Italia, Europa e nuove frontiere della politica: la sfida che attende l’Occidente

17 Lug 2018 13:08 - di Carlo Ciccioli

Riceviamo da Carlo Ciccioli e volentieri pubblichiamo:

Caro direttore,

Se dall’autunno del 2016 si sono verificate una serie di svolte imprevedibili (Brexit, elezioni di Trump, sconfitta di Renzi al referendum in Italia, elezione incerta della Merkel in Germania, la vittoria sull’Isis in Siria per mano russa,  la sconfitta del PD e delle forze di centro in Italia il 4 marzo), da questa primavera è in corso una accelerazione fortissima nell’evoluzione politica nel mondo. La costituzione di un Governo frutto di una maggioranza anomala in Italia (populisti di destra e di sinistra, ma forse neanche troppo di destra e di sinistra), è la cartina di tornasole di tutta una serie di sconvolgimenti precedentemente sedimentati da decenni.

L’obiettivo ostile convergente di forze politiche e culturali molto diverse è l’Unione Europea, non l’Europa in quanto tale ma le classi dirigenti economiche, finanziarie e culturali-ideologiche che hanno dettato legge nell’ultimo ventennio. L’archiviazione dell’era Obama e la stupefacente sconfitta della Clinton sono state qualcosa di più del semplice risultato di una elezione politica. Sono state il rovesciamento radicale del pensiero “politicamente corretto”, che proprio negli Stati Uniti trovava le sue radici, e di tutte le alleanze internazionali democratiche e socialiste al potere nel mondo.

I vincitori degli ultimi eventi di fatto non hanno un pensiero comune coordinato, ma condividono tutti gli stessi avversari. Trump, da come si comporta, è uno di quelli che evidentemente sostiene che per far la pace prima bisogna litigare forte. Così ha fatto con la Corea del Nord di Kim Jong , così sta facendo con Putin, con il quale ha si è scontrato violentemente più volte, ma a cui di fatto ha consentito la liberazione della Siria e molte altre cose, così sta facendo con la Cina. Bastona e poi si mette d’accordo, al rialzo. Nel mirino c’è quello che considera il male assoluto, cioè i “professori” dell’Unione Europea, ma anche gli intellettuali saccenti di sinistra delle Università, lo star-system di Hollywood, ma anche quello di New York, giornalisti e volti televisivi sopravvalutati, e un po’ tutti quelli del pensiero unico (ex) dominante. Non ultimi i miliardari americani ed europei con il cuore e il cervello a sinistra ed il portafoglio serratamente a destra. A cui vorrebbe far fare una brutta fine, ma per via legale, e si sta attrezzando con le nomine all’Alta Corte Suprema Americana, quella che dà il giudizio finale ed inappellabile alle  decisioni del Presidente, dei Giudici  e del Parlamento USA.

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Putin, che viene da vecchia scuola russa, ha pazienza e sa attendere per il grande accordo finale. Tutti gli amici dell’Occidente possono tirare un sospiro di sollievo, dal Generale Al Sisi in Egitto al Premier Netanyahu in Israele, fino all’Oriente e all’Africa. Le sinistre europee devono solo cercare la via di fuga per occultarsi almeno per un certo periodo, pena l’assoluta estinzione. Ma ciò che invece è necessario, in Italia come in Europa, è che i movimenti politici alternativi ai padroni di prima trovino un loro pensiero culturale forte, un riferimento nelle classi dirigenti della società civile, una base sociale e culturale stabile per un sostegno non effimero, ma di lungo periodo. Nel 2019 le elezioni del nuovo  Parlamento Europeo segneranno la definitiva sconfitta dell’asse falsamente alternativo di Popolari e Socialisti, in realtà convergente sulle stesse decisioni e su analoga linea politica.

E’ venuto il momento di affossare quell’Unione Europea con i suoi beniamini, l’ubriacone Junker, il vanesio Macron, l’ormai barcollante Merkel. E’ il momento della spallata e del reciproco sostegno tra gli avversari degli stessi nemici, a cui Trump e Putin hanno già messo il cappio addosso. E’ anche il momento della semplificazione tra i particolarismi delle forze politiche omogenee per una netta convergenza su progetti condivisi. Anche per “contratto”, purché si seppelliscano definitivamente le culture politiche del ‘900 e si costruisca un grande progetto per il Ventunesimo secolo. Giustizia economica, rispetto dell’identità, contenimento delle immigrazioni devastanti sia  per i popoli emigrati che per quelli d’accoglienza, costruzione di economie libere di mercato, ma solidaristiche, competizione produttiva controllata fra aree diverse del mondo, contro gli squilibri provocati dalle differenze tra paesi a basso costo della vita e scarsi diritti umani e del lavoro e paesi a forti garanzie di diritti, ma con scarse protezioni economiche e occupazionali, limiti alla accumulazione e circuitazione di masse finanziarie imponenti, senza alcuna regola. Questa, e solo questa,  è la vera nuova frontiera della Politica.[/pemium]