Ilva, critiche bipartisan a Di Maio. Gasparri: «M5S nuovi Attila, vanno cacciati»

30 Lug 2018 15:52 - di Natalia Delfino
ilva di taranto

Da Forza Italia al Pd, passando per Leu. Il “tavolone” di Di Maio sull’Ilva, al quale hanno partecipato una sessantina di soggetti, tra sigle sindacali e realtà del territorio, ha collezionato critiche bipartisan. Sul banco degli imputati resta prima di tutto il metodo scelto, che è parso più in modo per affossare la trattativa che per venirne a capo. E le polemiche finiscono per coinvolgere tutto il governo.

«Mentre Flat tax e reddito di cittadinanza vanno in archivio e non saranno messi in pratica, Di Maio conferma la furia distruttrice dell’attuale governo. Per seppellire l’Ilva di Taranto convoca un tavolo con 62 sigle, compresi comitati e organizzazioni inventate sul momento, col solo scopo di complicare le cose e mettere in fuga gli acquirenti», ha commentato Maurizio Gasparri, per il quale «questa è la condotta di chi, facendo bene, cancella un aereo che costa alcuni milioni di euro, ma facendo malissimo distrugge miliardi e miliardi di investimenti, decine di migliaia di posti di lavoro». «Questa è la politica dei grillini, i nuovi Attila del tempo moderno», ha aggiunto il senatore azzurro, ricordando anche che Di Maio «conferma anche la furia distruttiva verso la Tav. L’opera sarà bloccata, l’Italia dovrà pagare risarcimenti, i cantieri saranno chiusi, si aprirà un contenzioso enorme e costosissimo con tante imprese, il Paese sarà tagliato fuori da processi e percorsi di modernizzazione». «Vanno cacciati dal governo al più presto. Anche la Lega apra gli occhi. Chi fa chiudere imprese, chi distrugge lavoro, chi impedisce la modernizzazione del Paese è nemico non soltanto di Forza Italia, del centrodestra, ma anche della Lega e in definitiva di tutti gli italiani che devono aprire gli occhi. Il tavolo con 62 sigle – ha concluso Gasparri – è il trionfo della demagogia, dell’incapacità, del sessantottismo distruttivo giunto al potere».

Per il coordinatore di Mdp Roberto Speranza, poi, «Di Maio sull’Ilva brancola nel buio ad un tavolo con 62 sigle». «Grillo dal suo blog parla della Tav come opera del secolo scorso, mentre i leghisti la difendono a spada tratta. La confusione, insomma, regna sovrana sulle questioni reali», ha sostenuto il deputato di LeU.

Ha parlato di «passerella, buona solo per qualche foto ed un paio di tweet», la capogruppo Pd in commissione Ambiente, Chiara Braga, che ha puntato il dito anche anche contro il «silenzio» del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. «Convocare 62 delegazioni, con 182 partecipanti che hanno un minuto a testa per porre un quesito e la possibilità di integrare il loro punto di vista con una mail, è surreale, sfiora il ridicolo», ha detto Braga, per la quale «se poi uno dei temi principali è quello dell’ambiente ed il ministro competente neanche è invitato, allora si capisce bene quali sono in realtà le intenzioni del vicepremier: mettere in atto l’ennesimo piano di distrazione di massa, l’ennesima giornata di propaganda mediatica, fumo negli occhi per avere qualche secondo nei Tg».

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