Gasparri su Vanzina: «Ha raccontato, senza snobismi, l’Italia che oggi lo piange»

8 Lug 2018 13:11 - di Giulia Melodia

Dal set alle aule della politica, è unanime il cordoglio tributato al regista e sceneggiatore Carlo Vanzina, scomparso questa notte a Roma dopo aver combattuto contro la malattia. Un dolore e un rimpianto, per la morte del regista che ha raccontato, soprattutto attraverso la commedia, vizi e virtù del Belpaese, mettendo davanti alla macchina da presa gli italiani, impareggiabili maestri del saper vivere, facendoli ridere dei loro stessi difetti. Un riso amaro, come quello imaprato a decodificare e riproporre sul grande schermo dai maestri di ieri, esempi di sempre, a cui la coppia di fratelli cineasti che oggi perde un suo fondamentale elemento, si è sempre ispirata e con cui si è sempre rapportata. E allora, da Gentiloni ad Alessandro Gassman, da Zingaretti a Massimo Boldi, dalla Gelmini a Carlo Verdone e da Maurizio Gasparri a Christian De Sica, è quasi impossibile contare i messaggi di rimpianto per il lutto che ha colpito il cinema italiano.

Gasparri su Vanzina: «Ha raccontato l’Italia che oggi lo piange»

«L’Italia con Carlo Vanzina perde una delle sue migliori intelligenze. Con la sua monumentale opera cinematografica ha offerto all’Italia intera, che lo ha seguito e lo ha amato, divertimento e sano intrattenimento. Ma Carlo, con Enrico, ha raccontato l’Italia e i suoi cambiamenti, i suoi ricordi, mettendo in risalto virtù e vizi. Inducendo tutti a pensare e non solo a ridere», ha ricordato il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, commentando la scomparsa del regista e sceneggiatore romano. «Erede dell’immensa scuola di un altro grande italiano, suo padre “Steno”, ha attraversato da cima e fondo la cultura popolare italiana». Un punto di partenza per le sue rivistazioni e scorrobande cinematografiche, non sempre apprezzate dagli integralisti dem, firme di punta di una critica di settore che lo ha spesso relegato nelle retrovie autoriali, salvo poi ripescaggi dell’ultim’ora revisionista, quando il botteghino rimpinguato da cinepanettoni e filoni vacanzieri ha imparato a riconoscere ai Vanzina e ai Zalone la loro ragion d’essere socio-economico-spettacolare.

La sua professionalità andava oltre polemiche e snobismi…

E allora, ricorda non a caso sempre il senatore azzurro Maurizio Gasparri, «la sua professionalità, la serietà che lo hanno tenuto fuori da polemiche e da snobismi di ogni genere, ne hanno fatto una persona amata da tanti. I suoi successi, anche al botteghino, hanno aiutato il cinema italiano a resistere alla concorrenza mondiale e ai limiti di tanti che non hanno avuto la sua capacità di creare e di durare nel tempo… Oggi tutta l’Italia è in lutto, perché perdiamo chi l’ha raccontata in decine e decine di film. Ma la sua opera resta per sempre e proseguirà con suo fratello Enrico, che abbraccio insieme alla moglie Lisa. Con lo stesso affetto con cui abbiamo gioito anche per la Roma sugli spalti dell’Olimpico», conclude Gasparri alludendo a una “amicizia” e a una stima condivisa a tutto campo col regista e sceneggiatore scomparso solo poche ore fa…

 

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