Decreto dignità, Berlusconi sfida Salvini: «Disastroso per le aziende»

14 Lug 2018 14:11 - di Michele Pezza
Berlusconi

Come uno squalo che segue la preda fiutando l’odore del sangue, così Silvio Berlusconi si muove incanalandosi nella scia delle polemiche sollevate nel mondo delle imprese dal cosiddetto “decreto dignità“. Un boccone più che appetitoso: imprenditori e partite Iva sono state per anni terreno di caccia pressoché esclusivo del Cavaliere. In più, la maggior parte di loro risiede (e vota) in quel Nord da cui lo ha di recente disarcionato la Lega di Matteo Salvini, oggi alleata di quel Luigi Di Maio che del contestato decreto è mente e braccio.

Berlusconi vede lo spiraglio per tornare protagonista al Nord

Berlusconi sente la rivincita a portata di mano. Ma, come dicono i giocatori di biliardo, occorrono calma e gesso. Ecco perché il Berlusconi che ha parlato in collegamento telefonico con la kermesse di Forza Italia in corso a Pescara è in qualche modo double face: durissimo contro il contenuto del provvedimento voluto da Di Maio e attendista con l’antico alleato cui rinnova l’invito, una volta «esaurita la spinta emotiva del voto di protesta» tipica «di questa stagione così complessa» e della «eccezionalità della situazione politica nazionale», a ricomporre «la vera maggioranza degli italiani», cioè quel centrodestra che, Berlusconi ne è sicuro, «tornerà ad essere anche la maggioranza politica ed elettorale di un Paese serio e consapevole come il nostro». A patto, ovviamente, che alla base sia siano «unità e lealtà». La palla quindi finisce di nuovo nella metà campo occupata da Salvini.

Gasparri e Bernini: «Provvedimento assurdo: va ritirato»

Il Cavaliere lo evoca senza nominarlo allo scopo di richiamarlo al rispetto del ruolo di garante del programma elettorale del centrodestra: «Sta piuttosto a chi ha voluto dare vita al governo Conte – dice infatti Berlusconi – riuscire a far valere quelle stesse idee e quegli stessi contenuti nell’azione di governo nazionale. Un’azione che appare ancora confusa e contraddittoria, caratterizzata da provvedimenti disastrosi per le aziende e i lavoratori come il cosiddetto decreto dignità». E che la scia da seguire sia propri quella del provvedimento firmato da Di Maio, lo confermano le dichiarazioni di due “pesi massimi” di Forza Italia Maurizio Gasparri e di Anna Maria Bernini. Entrambi ne chiedono il ritiro per manifesta «assurdità» (l’allegata relazione tecnica stima una perdita di 8mila posti di lavoro all’anno) e annunciano battaglia. Salvini è avvertito.

 

 

Commenti

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  • GIORGIO MARIA BORGATO 15 Luglio 2018

    se non hai niente da dire , insulti .

  • fiorenzo grillo 14 Luglio 2018

    Incredibile come un mezzo uomo possa alla sua età pensare di poter tornare al potere quando è ad un passo dalla morte per vecchiaia. Si rilassi e si goda i soldi che ha accumulato in paesi esotici e lontani dall’Italiae non rompa più le balle OK berluscassioni?

    • GIORGIO MARIA BORGATO 15 Luglio 2018

      i tuoi insulti parlano del tuo inesistente pensiero .

      • fiorenzo grillo 16 Luglio 2018

        evidentemente sei un vecchio rincoglionito peggio del tuo mentore

  • Pino1° 14 Luglio 2018

    In tutte le repubblichine succedutesi questo individuo è il più squallido che abbiamo visto!
    Che gli Italiani siano giunti in fondo è la distanza del voto a questo squallido ! Ciao,Gheddafi