Terni, anche nell’ex roccaforte rossa centrosinistra fuori dal ballottaggio

11 Giu 2018 15:49 - di Guglielmo Gatti

Terni addio. Un’altra roccaforte rossa che cade fragorosamente: Terni, la Stalingrado dell’Umbria, dove il centrosinistra è fuori dal ballottaggio. E il centrodestra per un soffio non ha vinto al primo turno. Quando sono state scrutinate tutte le 129 sezioni di Terni, dai dati del Viminale, Leonardo Latini (Fi, Lega, Fdi con Giorgia Meloni, lista civica Terni civica e Il popolo della famiglia) è al 49,22% e andrà al secondo turno con il candidato del M5s Thomas De Luca al 25,03%. Paolo Angeletti (Pd e lista civica Terni immagina) si è fermato al 14,99%. A seguire Alessandro Gentiletti (lista civica Senso civico) al 3,90%; Andrea Rosati (lista civica Prima Terni) al 3,23%; Emiliano Camuzzi (Potere al popolo) all’1,46%; Piergiorgio Bonomi (Casapound Italia) al 1,16% e Mariano De Persio (Partito comunista) allo 0,97%. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale Terni è stata amministrata ininterrottamente dalla sinistra comunista, tranne nel 1990 quando divenne primo cittadino il socialista Mario Todini. Terni è semopre stata una città a forte presenza operaia, e propriio per questo fece scalpore la vittoria, nel 1993, di Gianfranco Ciaurro, di Forza italia, che con la lista Alleanza per Terni governò la città fino al 1999. Dopodiché il tran tran a guida rossa riprese, il Pd governò fino al febbraio scorso, quando al sindaco Leopoldo Di Girolamo, coinvolto in alcune vicende giudiziarie, subentrò il commissario prefettizio. E stanotte la metà dei ternani ha dato la sua preferenza al centrodestra.

Commenti

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  • Giuseppe Forconi 11 Giugno 2018

    Cosa sta succedendo, gli italiani stanno capendo quello che giusto ? o sono stufi di essere presi per i fondelli dalle brave sinistre ?