Strage di Bologna, duro scontro fra il giudice Guido Salvini e i pm felsinei

13 Giu 2018 19:51 - di Massimiliano Mazzanti
Caro direttore, come era facilmente prevedibile – e probabilmente leggendo il nostro giornale, l’unico che ha dato risalto alla non banale espressione usata dal pm del nuovo processo sulla strage di Bologna, il bolognese Enrico Cieri -, il giudice Guido Salvini non ci sta a essere additato come un “imbeccatore” di testimoni. E ha scritto una concisa, ma durissima lettera per smentire i pubblici ministeri della Procura di Bologna che stanno processando Gilberto Cavallini. E che, in udienza, gli avevano lanciato addosso quell’accusa infamante.
La missiva del giudice Guido Salvini – che, in calce, precisa non essere in alcun modo “riservata” – è stata indirizzata al Procuratore Generale di Bologna, al presidente della Corte d’Assise chiamata a giudicare Gilberto Cavallini, nel nuovo processo per la strage di Bologna preteso dall’associazione dei parenti delle vittime e ad alcuni legali di parte civile e della difesa, tra i quali Gabriele Bordoni, uno degli avvocati di fiducia dell’imputato.

Poche parole, ma estremamente nette quelle usate dal magistrato milanese Guido Salvini per respingere, seccamente, l’accusa di aver mai “suggerito” a Francesca Mambro o ad altri cosa rispondere nell’ambito delle sue inchieste sul terrorismo in Lombardia.

Guido Salvini, sopra ogni cosa, ha voluto chiarire che, essendo estremamente lesive della sua onorabilità di uomo e di magistrato, non tollererà minimamente oltre che si facciano illazioni sul suo agire, passato e attuale.

Insomma, un vero e proprio scontro o, almeno, un incidente diplomatico tra magistrati. E che vede i pm bolognesi chiaramente in fallo, dopo aver espresso, almeno uno di loro, un giudizio del tutto gratuito sul collega milanese, senza neanche argomentare il perché riterrebbe frutto di “imbeccamento” il dialogo Guido Salvini – Francesca Mambro.

Incidente, per ora, senza ulteriori conseguenze – non sono state annunciate, se verrà rispettata la richiesta di Salvini, azioni legali per la frase profferita tre settimane or sono dal pm bolognese Enrico Cieri -, ma che sembra dimostrare ancora una volta come il nuovo processo per la strage di Bologna possa suscitare un qualche interesse e un qualche risultato solo dal punto di vista delle polemiche che possono essere sollevate o scatenate dallo svolgersi delle udienze, più che dal reale contenuto degli atti al vaglio delle Corte.

Massimiliano Mazzanti

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