Salvini sui migranti: «Io come Hitler? Gli insulti della sinistra sono medaglie. Non mollo»

7 Giu 2018 11:27 - di Ginevra Sorrentino

Si è limitato a dire quello che da sempre professa e che ha continuato a ribadire in campagna elettorale, come subito dopo il voto. Quello che la gran parte della popolazione che si è espressa il 4 marzo nelle urne, stanca delle lacune e delle colpevoli connivenze di una inesistente politica sull’immigrazione tipica degli esecutivi dem – votata all’accoglienza coatta e totalmente sorda ai richiami delle criticità per chi arriva e per chi ospita – vuole ora vedere messo in pratica: «Basta migranti a spasso». E per questo, il leader della Lega, vicepremier e titolare del Viminale, Matteo Salvini, ora si è beccato l’invettiva di Iantorno (Pd), che commentando le nuove iniziative annunciate dal numero uno del Carroccio, ha tuonato scomodando addirittura fantasmi del passato: «Parole simili a quelle di Hitler. Roba da matti! Si vergogni»…E la replica, via social, non ha tardato ad arrivare: «Io non mollo – ha postato Salvini su Facebook – gli insulti della sinistra sono medaglie»…

Salvini sui migranti: la polemica della sinistra

Tutto arriva a stretto giro da quanto dichiarato dal vicepremier e ministro dell’Interno che, parlando in Transatlantico, alla Camera per il discorso del premier Giuseppe Conte, a proposito dei Cie ha detto di aver parlato con tutti i governatori leghisti riferendo che «tutti non vedono l’ora di avere dei centri chiusi dove la gente non vada a spasso nelle città e che consentano di espellere chi va espulso. Senza i centri non si rimpatria nessuno». E ancora: «La gente non vuole avere dei punti dove uno esce alle 8 del mattino, rientra alle 10 la sera e durante il giorno non si sa cosa fa e fa casino…». E infine: «Dobbiamo aumentare i centri per i rimpatri e le espulsioni, dove gli immigrati stanno dentro e non girano per le città facendo confusione. Ridurre il numero degli sbarchi e aumentare il numero delle espulsioni».

«Gli immigrati regolari non hanno nulla da temere»

Ribadito e confermato dal vicepresidente del consiglio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Brindisi, non prima di aver anche ricordato – come riporta, tra gli altri anche il sito dell’Ansa in queste ore – che: «Gli immigrati regolari e per bene che sono qua per costruirsi un futuro portando rispetto a una cultura che spalanca loro le porte sono i benvenuti. Non hanno niente da temere. Chi scappa dalla guerra ha in casa mia, casa sua». Insomma, nulla di più e nulla di meno di quanto detto prima, durante e dopo il voto; nulla di più e nulla di meno di quanto gli elettori che hanno affidato al centro-destra e alla Lega in particolare il proprio voto si aspettano di veder realizzato ora.

 

 

 

Commenti

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  • NUOVO CATTIVO 7 Giugno 2018

    Alf io non so’ scrivere come te pero’ so scrivere che gli esseri a cui ti riferisci hanno il cervello bacato
    cioe’ diversamente diversi . A testa bassa incuranti delle lamentele della gente fino a farci scoppiare .
    Io che da pacifico mi hanno fatto diventare cattivo non capisco perche’ li lasciamo ancora liberi di
    sparare le loro assurdita’ . A mio avviso hanno agito contro lo stato quindi come minimo dovrebbero
    essere ALMENO espulsi dall’ Italia e tutti i loro beni confiscati . Occhio per occhio dente per dente
    Sarebbe il minimo minimo di appagamento per tirarmi un po’ su’ di morale . Pensa un po’ i
    masochisti mi hanno iniettato giorno per giorno tanto veleno che sono diventato un sadico .

  • Alf 7 Giugno 2018

    Trombati, mosche cocchiere, signori nessuno. Privi del piu` elementare senso della misura, che hanno perduto (se mai lo hanno avuto)in anni di arrogante esecizio del potere. Abituati ad infiltrare ogni ganglio ed interstizio della macchina statale e mediatica, senza alcun rispetto per le posizioni degli altri, che pure erano in maggioranza numerica. Ora strillano e battono i piedi come bambini isterici e viziati in attesa di venir zittiti con un meritatissimo ceffone. Espulsi finalmente dai loro infrattamenti, tra non molto non avranno neppure una trombetta per megafono, e, finalmente, FARANNO SILENZIO.