La Marina libica dà ragione a Salvini: ha fatto bene a chiudere i porti alle Ong

27 Giu 2018 10:49 - di Bianca Conte

Mentre il premier Conte ribadisce alla Camera quanto asserito a Bruxelles, e cioè che, posta l’inadeguatezza degli accordi di Dublino, ormai superati da una realtà che non può far altro che prescinderne, aggiungendo in Aula come e perché va superato il concetto stesso di “Paese di primo arrivo” come luogo deputato all’accoglienza coatta o all’accettazione della richiesta d’asilo, il ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a lavorare su tutto quanto accade in mare aperto e precede gli sbarchi sulle nostre coste invertendo la rotta di quanto accaduto finora: un flusso ininterrotto di gommoni carichi di migranti, scortati dalle navi delle Ong pronti a portarli a bordo e a traghettarli fino ai nostri punti d’approdo, senza però che questo abbia in qualche modo evitato la strage silenziosa di disperati fin qui registrata e il collasso di un sistema d’accoglienza che ha messo a dura prova il Belpaese e i suoi stremati e affollati centri urbani. E mentre al largo della Libia, a 25 miglia nautiche dalla costa della città di al-Qaraboli, l’ennesima imbarcazione partita alla volta dell’Italia ha naufragato, inducendo Tripoli a tempestivo intervento che ha tratto in salva 200 migranti africani e la Lifilene attende al largo del porto di MAlta di poter approdare, proiprio la Marina Libica si complimenta con il vicepremier a capo del Viminale e dichiara: «Le dichiarazioni del nuovo ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, sono buone».

La Marina libica su Salvini: ha fatto bene a chiudere i porti alle Ong

Dunque, mentre il braccio di ferro tra Salvini e le Ong, indetto dal leader leghista contro l’uso a dir poco picaresco del dovere di soccorso in mare, e a protezione di un Paese al collasso endemico ormai da anni – messo in ginocchio da anni di immigrazione selvaggia che hanno alimentato un business dell’accoglienza che ha finito per infliggere il colpo di grazia a una situazione già critica, e da molto – il portavoce della Marina libica, Ayyoub Qasem, in un’intervista ad Aki-Adnkronos International, spiega come «il punto più importante» delle parole del ministro riguardi proprio «la chiusura dei porti italiani alle Ong». Secondo Qasem, «queste dichiarazioni hanno colpito tutta l’Europa e hanno avuto un riscontro positivo, ma noi aspettiamo i risultati», poiché «queste Ong sono ancora presenti e ostacolano le attività della Guardia costiera libica».

Tripoli, «le Ong ostacolano il lavoro in mare della Marina libica»

Il portavoce della Marina rivela che «nell’ultimo periodo il numero dei migranti è aumentato per diversi fattori. Anzitutto – spiega – vi è il fatto che questa è la stagione adatta a partire per emigrare; in secondo luogo, le attività della Guardia Costiera si sono molto intensificate; infine, i trafficanti hanno la sensazione che quanto accadrà nel prossimo periodo non sarà positivo per loro e per questo vogliono liberarsi dei migranti». Non solo: Qasem si dice anche convinto che fin qui «l’assenza degli apparati di sicurezza ha fatto sì che i trafficanti installassero le loro basi nelle aree a est di Tripoli, in particolare nella zona di Garabulli, che è diventata un affollato punto di partenza dei migranti in quest’ultimo periodo». Per fortuna, però, Salvini sta provando a invertire la rotta. Letteralmente.

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